“C’è qualcosa che non torna nella vicenda del Sant’Anna Hospital. È ormai da giorni che il management aziendale lancia l’allarme di una possibile crisi dietro l’angolo, per una mancanza di liquidità causata, sembrerebbe, dal blocco dei pagamenti da parte dell’Asp di Catanzaro. Ma, tutto questo non ha determinato nessun risultato: l’Asp di Catanzaro ed i suoi commissari sono sempre più silenziosi, il sindaco Abramo e la città capoluogo di regione continuano nella loro caratteristica distrazione, mentre il Sant’Anna Hospital muore, facendo morire le speranze di cura dei catanzaresi e dei calabresi tutti”. È quanto dichiara il presidente dell’associazione I Quartieri di Catanzaro, Alfredo Serrao.
“È di ieri l’annuncio – prosegue Serrao – della sospensione dell’attività ospedaliera dal prossimo 28 dicembre 2020, la comunicazione pubblica l’ha data il consigliere regionale Francesco Pitaro (Gruppo Misto), l’unico che realmente si è preoccupato del “valore” del Sant’Anna Hospital nell’indifferenza più totale di quanto restano i veri attori”.
“L’attivazione di quel tavolo tecnico di confronto – si legge nella nota stampa dell’associazione I Quartieri – , richiesto dallo stesso Pitaro e promesso dal presidente f.f. Spirlì, intorno al quale riunire quanti hanno la responsabilità sul destino del Sant’Anna Hospital, sembra una chimera, mentre il tempo ultimo si avvicina”.
“L’eventuale chiusura del Sant’Anna Hospital – afferma ancora Serrao – porta con se responsabilità diffuse, ma nello specifico ne riassume altre eventuali, che per una serie di rinvii inopportuni e per la non adozione di provvedimenti amministrativi, quelli che probabilmente restano in capo all’Asp di Catanzaro, ci danno il quadro completo di un caos, oppure di una strategia scientemente ordita, forse, per portare alla chiusura di un eccellenza sanitaria tutta catanzarese, forse per quello che si può definire strozzinaggio di Stato (?)”.
“Riassumendo, ad oggi – dichiara il presidente dell’associazione i Quartieri di Catanzaro – il Sant’Anna Hospital è un centro di riferimento per l’alta specialità del cuore, accreditato come soggetto erogante al S.S.N. e quindi titolare per l’erogazione di attività ospedaliere, nonostante ad oggi, primo elemento di stranezza ed irritualità, il contratto per il 2020 non sia stato sottoscritto. Sempre ad oggi sono stati erogati a favore del S.S.N., quindi a favore della regione Calabria, servizi per circa 22milioni di euro, ma i pagamenti risultano bloccati dall’Asp di Catanzaro senza una motivazione che non può essere certamente ravvisata nella mancata firma, come atto formale, del contratto per l’anno ormai in scadenza…“.
“C’è di più, – si legge ancora nella nota – quello che lascia perplessi e che aumenta i possibili dubbi circa l’agire dell’Asp di Catanzaro, dove presumibilmente si annidano le volontà di uccidere proprio il Sant’Anna Hospital. Con la deliberazione della commissione straordinaria n.891 del 07.12.2020 è stato approvato “Adozione piano delle performance 2020-2022”, in pratica l’Asp di Catanzaro, disegna una serie di interventi per il biennio prossimo, volti al raggiungimenti di alcuni obiettivi definiti performanti per il raggiungimento dei famosi indicatori LEA e di altri ritenuti strategici anche nella riorganizzazione delle reti assistenziali, inclusa quella ospedaliera e con i soggetti erogatori”.
“Fra gli interventi previsti per il miglioramento dei LEA e per una riduzione anche della migrazione sanitaria con il miglioramento in ambito provinciale dell’offerta, si ipotizza – dichiara Serrao – la valutazione di sperimentazione gestionale nell’ istituzione del Dipartimento Trasmurale Pubblico-Privato di Cardiologia – Cardiochirugia – Riabilitazione Cardiologica, il cui elemento fondante è rappresentato dall’integrazione pubblico-privato tra la Cardiologia e la Cardiochirurgia presso il Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme ed il Sant’Anna Hospital di Catanzaro. In pratica al nuovo Dipartimento potrebbero afferire le strutture di Cardiologia con UTIC nel P.O. di Lamezia; Cardiochirurgia – quello che oggi afferisce al Sant’Anna Hospital – verrebbe integrata nell’offerta di servizi/prestazioni in capo al Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme”.
“A fronte di tutto questo – si legge nella nota stampa dell’associazione I Quartieri – noi ci domandiamo, tanto che il quesito è stato posto con nota pec ai Commissari Straordinari dell’Asp di Catanzaro, al Commissario ad Acta della Regione Calabria ed a quanti ne sono titolati: se il Sant’Anna Hospital viene identificato proprio nel piano delle performance 2020-2022 dell’Asp di Catanzaro, come soggetto necessario per un integrazione e la costruzione di un nuovo dipartimento di Cardiologia e Cardiochirurgia, perché ad oggi non si procede ai pagamenti di quanto dovuto?
Come si può prevedere una partnership pubblico-privato con il Sant’Anna Hospital se ad oggi, nonostante vengano erogati i servizi, l’Asp di Catanzaro non ha provveduto al completamento dell’atto, con la firma del contratto di erogazione anche per l’anno 2020?
“Il blocco delle risorse – afferma Serrao de I Quartieri – , ipotizzabile come uno strozzinaggio di Stato, serve forse a tentare di rilevare in saldo la proprietà del Sant’Anna Hospital per asfissia, creando questa integrazione prevista? Se la creazione di questa nuova struttura dipartimentale nel P.O. di Lamezia Terme ha l’obiettivo di ridurre la migrazione sanitaria, è a conoscenza dei commissari Asp che fino ad oggi, il Sant’Anna Hospital ha da solo ridotto questa migrazione, intercettando circa il 35-40% dei LEA cardiovascolari nella regione Calabria?”.
“Perché deve morire fisicamente la realtà di Catanzaro del Sant’Anna Hospital – afferma Serrao – in virtù di una prevista integrazione trasmurale a Lamezia Terme? Come si pensa di attuare questo impossibile trasferimento di tecnologie, competenze ed esperienze, quasi fosse un pacco postale? Ma soprattutto quando costerebbe questo “trasloco” ai cittadini contribuenti?
“Queste sono delle domande – prosegue la nota – che noi crediamo siano utili a sgombrare il campo ed a difendere una realtà di eccellenza, peraltro allo stato certificata proprio dall’Asp di Catanzaro che ne blocca immotivatamente i pagamenti ed il futuro, atteso che la considera strategica nel piano delle performance 2020-2022, una validazione che non si presta a nessun altro tipo di analisi. È solo dopo aver fatto chiarezza, magari identificando il possibile cecchino che si annida nei corridoi Asp, che il tavolo tecnico avrà una sintesi ed un agenda da cui ripartire, senza sgambetti e senza tentativi di scuoiare la storia ed il valore sanitario del Sant’Anna Hospital, anche questo rientra negli obiettivi di trasparenza e legalità che giustificano la presenza dei commissari straordinari nell’Asp di Catanzaro”.
“Non sarà possibile, ora, uccidere il Sant’Anna Hospital, – dichiara ancora Serrao – i cittadini, quelli che dal 29 dicembre p.v. vorranno sapere dove andranno a curarsi per le patologie cardiache e se devono per forza morire, solo perché c’è in atto un gioco di potere, che pensa di replicare altre vicende tristi, come la fondazione Campanella. I tempi sono obiettivamente cambiati, i catanzaresi noi crediamo non abdicheranno tanto facilmente ad una eccellenza sanitaria, una delle poche sopravvissute, forse perché non saranno distratti e distanti come il sindaco Sergio Abramo, ormai lontano dalla realtà e dai bisogni concreti, quelli di lacrime e sangue, dei cittadini normali”.
“Legalità, trasparenza e diritto alla salute – conclude Serrao – meritano una risposta, quella che tutti aspettiamo dai commissari straordinari dell’Asp di Catanzaro e da quanti governano la sanità calabrese.
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