La Pasqua arbëreshë: le Vallje e le Kalimere

Arbëreshe
Arbëreshe

Molto tempo fa, numerose colonie arbëreshë giunsero dall’Albania in Calabria portando con sé tradizioni e riti, tramandati da padre in figlio.

Se in alcune zone queste tradizioni si sono perse con l’andare dei secoli, in altre parti della Calabria ancora resistono suscitando interesse e curiosità anche a chi è estraneo alla cultura del popolo albanese.

La danza della Vallje di Pasqua

La parola vallje significa, in generale, “danza” ma, in realtà nella minoranze etniche calabresi arbëreshë, cioè gli albanesi d’Italia, essa indica la ridda. Questa è l’unica forma di danza arrivata in Calabria che i primi migranti albanesi portarono nelle zone del cosentino ed è l’unica forma di danza conosciuta.

La Vallje potrebbe essere confusa con la tarantella calabrese, ma si tratta invece di una ridda che si rifà alle danze della montagna albanese e alla regione montuosa della Rugova sita nella Kossova e dell’Epiro.

La Vallja che si esegue a Pasqua è sicuramente uno degli eventi folkloristici più importanti della tradizione arbëreshë. Attualmente si esegue nella zona del Pollino cosentino ed è effettuata il martedì di Pasqua.

– le vallje sono legate a un importante evento storico

La tradizione delle vallje rimanda alla storia dell’Albania e precisamente al condottiero Giorgio Castriota Skanderbeg. Si tratta di un avvenimento storico molto importante per gli arbëreshë: Skanderbeg, alla guida di un piccolo esercito riuscì a sconfiggere le armate turche.

L’episodio porta la data del calendario giuliano del 24 aprile 1467, il condottiero riuscì a salvare la città di Kruja dal turco Balabano, proprio il martedì dopo Pasqua e seguì una festa che durò tre giorni.

– come si svolge la vallja arbëreshë

Le donne cantano in lingua arbëreshë i viersh, canti epici e d’amore: delle canzoni nazionali tipiche dell’Albania antica. I movimenti eseguiti durante la ridda rappresenterebbero la tecnica di accerchiamento messa in atto da Skanderbeg contro l’esercito turco.

C’è da notare che la vallja molte volte è composta da soli uomini vestiti in abiti tradizionali; anche essi tratteggiano e ricordano appunto la tattica di combattimento adottata da Skanderbeg per catturare il nemico turco.

Questa manifestazione coinvolge tutta la gente del paese e rappresenta il forte senso comunitario arbëreshë.

Il canto arbëreshë delle Kalimere

Durante la settimana santa di Pasqua, negli ultimi giorni, per le vie dei borghi arbëreshë è possibile ascoltare il canto delle Kalimere.

Si tratta di canti augurali in lingua albanese che raccontano la passione e morte di Cristo.

I canti cessano con la cerimonia di Diellja e Pashkëvet, cioè la domenica di Pasqua.

La derivazione di questo nome è greca. Infatti, in greco Kalimera significa “buongiorno“.

Questi canti sono stati tramandati ovviamente oralmente, da padre in figlio.

Alcuni sono di autori sconosciuti mentre altri sono di autori certi come Giulio Variboba.

Anche durante l’esecuzione delle Kalimere il popolo è il protagonista principale, attore e improvvisatore del canto.

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