Nel 2020 D.C. l’argomento aborto fa discutere ancora e anima i cattolici più conservatori e intransigenti.
Da ieri, in moltissime città italiane – Reggio Calabria inclusa – sono apparsi dei poster pubblicitari a “presunta” difesa della donna e della vita nel suo grembo. Tale pubblicità ha scosso l’opinione pubblica, ma ovviamente era quello l’intento, e sta facendo parlare di sé soprattutto perché reputata non solo fuori contesto, ma anche irrispettosa nei confronti di donne che – loro malgrado – si ritrovano a fare una scelta comunque dolorosa.
La Onlus ProVita & Famiglia ha promosso tale campagna provocatoria e ha riportato l’iniziativa nei canali social e attraverso il loro sito ufficiale.
Il comunicato stampa di ProVita & Famiglia contro l’aborto
Roma, 7 dicembre 2020
“Prenderesti mai del veleno? Stop alla pillola abortiva Ru486, mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio nel grembo”: è partita la campagna nazionale #dallapartedelledonne e questo è il messaggio di Pro Vita & Famiglia riportato su maxi manifesti affissi e su decine di camion vela apparsi a Roma, Milano, Verona, e in numerose altre città italiane per denunciare l’aborto farmacologico.
La pillola Ru486 si può assumere fino alla nona settimana e in day hospital senza ricovero per una decisione presa dal Ministro della Salute Roberto Speranza con le nuove Linee Guida di Agosto fatte alla chetichella in estate, come ‘i ladri che vengono di notte’. E tutti si sono messi a festeggiare. Ma questa o è ignoranza o è frutto di una vergognosa manipolazione mediatica. Sapete che la Ru486 può causare emorragie, gravidanze extra uterine, infezioni, setticemie, distruzione del sistema immunitario, depressione e anche la morte? Per approfondimenti telefonare a Renate Klein, attivista pro-choice e femminista radicale”
Assumere la pillola Ru486 – ha aggiunto il Presidente Toni Brandi – è dolorosissimo: sai quando inizi ma non sai quando finirà, possono passare tantissime ore, anche giornate intere prima che inizi il travaglio che provoca l’espulsione del bambino. Il 56% delle donne riconosce poi il figlio innegabilmente formato sulla propria mano o nel wc. E allora sì che il dolore è atroce, si è spesso da sole, in bagno, con la più grande bugia. E’ per questo che vogliamo risvegliare la conoscenza e le coscienze delle persone, perché non vengano raccontate falsità su questo farmaco tanto dannoso per le donne”.
Ha concluso e aggiunto il vice presidente della onlus, Jacopo Coghe: “L’introduzione dell’aborto chimico ha aumentato il numero di abusi, di donne costrette da uomini ad abortire. E a casa, con l’aborto fai da te, i casi cresceranno ancora. Le donne si meritano una politica che davvero si occupi di loro. Noi saremo divulgatori culturali di quella controinformazione che racconta questa profonda ingiustizia sul corpo delle donne”.
Critica la reazione del M5S
Ovviamente non sono mancate le critiche apertamente contrarie alla campagna contro l’aborto.
Alcuni esponenti del Movimento dei 5s stanno facendo girare una lettera indirizzata al primo cittadino di Milano. Ovviamente, sarà indirizzata anche ad altri sindaci a capo di quelle città oggetto della campagna contro l’aborto.
– lettera aperta ai sindaci delle città che hanno aderito alla campagna contro l’aborto
“Egregio Sindaco, il manifesto comparso a Milano contro l’utilizzo della RU486 a firma dell’associazione Pro Vita ci porta indietro di decine di anni.
Non è accettabile che a Milano compaiano cartelloni di questo tipo, che invadono la sfera privata delle donne ed entrano in decisioni già molto sofferte, tutto ciò è inammissibile.
L’immagine della donna a terra con la mela in mano riconduce la difficile scelta dell’aborto in maniera indegna al simbolo della mela avvelenata di Biancaneve, una traduzione volgare e strumentale, un’ingerenza implicita anche su come gestire il nostro corpo e la nostra sessualità.
Purtroppo l’associazione Pro Vita si fa ancora una volta riconoscere.
I manifesti apparsi quest’oggi a Milano, Roma e in altre città d’Italia, in cui la pillola abortiva Ru486 è paragonata al veleno, sono vergognosi, non si tratta di un giudizio etico, ma del fatto che le affermazioni espresse nei manifesti e nella campagna di Pro Vita sono false, ideologiche, violente ed offensive della dignità delle donne per questo respingiamo con forza l’oscurantismo, l’ignoranza e la disinformazione alla base di simili messaggi, e le chiediamo di intervenire e far tutto quanto in suo potere per far rimuovere immediatamente tali cartelloni.
cordialmente.”
Valentina Barzotti deputata
Patrizia Bedori consigliera comunale
Monica Forte consigliera regionale
Stefania Mammì deputata
Simona Nocerino senatrice
Guia Termini deputata
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