CATANZARO, 29 OTT 2018 – E’ stata inaugurata oggi nella Casa Circondariale di Catanzaro la camera della genitorialità, presentata durante la conferenza “Sprigioniamo la genitorialità, padri oltre le sbarre”. La degna conclusione di un progetto nato dalla collaborazione delle associazioni Domino, dal Centro di ascolto Stella del Mare e da I sentieri della legalità che hanno operato insieme per dare voce all’esigenza di poter fare i padri anche dall’interno del carcere.
È stata riqualificata una stanza, dipinta e animata dagli allegri personaggi dei cartoni animati, dai classici della Walt Disney ai personaggi di film di animazione più recenti come i famosissimi Minions. Il tutto per dare nuova luce ad uno spazio grigio quale quello delle mura carcerarie.
L’idea nasce dalla lettura di un tema in cui un bambino racconta proprio la sua esperienza di visita in carcere, in quella “casa di sbarre” come viene definita.
“Il percorso prende vita anche grazie ad un precedente progetto attuato dall’associazione Domino nella Casa Circondariale di Locri, dove sono stati effettuati diversi corsi sulla prevenzione della recidiva, laboratori di lettura e scrittura creativa sul tema della violenza di genere e corsi di formazione di volontari per i centri di ascolto e di aiuto” – spiega la Presidente dell’associazione Jessica Tassone.
Presente anche la Dott.ssa Stefania Mandaliti che ci tiene a sottolineare l’importanza dell’ascolto, ascolto delle esigenze dei detenuti, ma anche educazione non solo dei figli, ma anche dei genitori che non smettono di essere padri anche dietro le sbarre.
Nel pentolone bollono anche future proposte di progetti come quello di tentare di potenziare il contatto in lontananza attraverso l’istituzione di una stanza Skype, atta alle videoconferenze, per andare incontro a tutti quei detenuti fuori regione o con figli disabili, per poter garantire loro lo stesso diritto ad essere padri.
L’intento specifico è anche quello di sfatare quei pregiudizi che spesso attaccano ed etichettano i detenuti ed il carcere in genere, “un carcere sempre sentito comunemente come ambiente di perdizione e di vendetta piuttosto che come laboratorio riabilitativo e riqualificante” conclude il vicepresidente della sezione Catanzaro di I sentieri della legalità, Michele Varcasia.