«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario», con queste parole di Primo Levi, Don Biagio Maimone ricorda la crudeltà della Shoah.
L’uomo in quel determinato periodo storico, ha commesso dei crimini atroci, difficili da raccontare, e ancora più incomprensibili da interiorizzare.
Questa mattina nella parrocchia Santa Maria della Pace alle ore 11, Don Biagio Maimone ha celebrato regolarmente la santa messa.
Il tempio era gremito di fedeli. Durante l’omelia il parroco ha parlato d’amore, proprio quell’amore che c’era anche durante la seconda guerra mondiale, offuscato ahimè dalla cattiveria dell’uomo.
Al termine della celebrazione, è stato letto uno stralcio del diario di Anne Frank. Subito dopo, Luciano al violino ha suonato una melodia e Sofia ha mimato Anne, che scriveva con impegno sul suo diario, nascosta nella soffitta.
Il silenzio assordante di quei pochi istanti ha ammutolito i presenti e portato alla riflessione.
Ognuno nella soffitta della propria mente, avrà pensato qualcosa e forse si sarà chiesto: perché è successo quel massacro?
Le emozioni e le reminiscenze si sono susseguite una dietro l’altra come tanti fraims presenti nei cassettini della nostra memoria. La musica incalzava e canalizzava l’attenzione sulla scena,sulla morte, sulla vita.
Da quando Anne ha scritto il suo diario, di tempo ne è davvero passato, eppure il suo scritto vive nei ricordi, vive nella testa delle persone, vive dentro di noi.
Come non menzionare il campo di internamento presente in Calabria, precisamente nel cosentino a Tarsia,ci stiamo riferendo a quello di ”Ferramonti”, segno che il regime era presente anche nel territorio, proprio li vicino casa nostra.
La musica continuava a suonare e Sofia a ballare sulle note de” La Vita è Bella”, la danzatrice si muoveva lungo i banchi della chiesa con tutta l’energia e l’amore che aveva in corpo.
Alcuni momenti non si possono descrivere con le parole, quando vengono raccontati hanno un sapore diverso, che forse solo gli occhi lucidi di alcuni anziani fedeli, sono capaci di esprimere.
Davide Oliverio