Chi è Giugale o Giufà, tradizionale antieroe

Giufà o Giugale con la porta sulle spalle, come il racconto

Giugale, spesso chiamato Giufà, è un personaggio immaginario delle tradizione orale appartenente soprattutto alla cultura del sud Italia. In realtà, ha vari nomi e nomignoli, ma nel catanzarese è ampiamente usato Giugale o anche Jugale.

Nella letteratura scritta invece lo troviamo nell’opera dell’etnologo Giuseppe Pitrè, uno studioso di tradizioni popolari meridionali, vissuto a cavallo tra l’800 e il 900. Pitrè ha raccolto le storie di Giufà in ‘’Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani’’ nel 1875.

Giugale è molto presente nella tradizione popolare calabrese, descritto come un fessacchiotto, una persona semplice, che però sa farsi rispettare.

È scaltro, poco intelligente, un po’ confusionario e vigliacco. Un personaggio un po’ camaleontico che, in base alle situazioni in cui si trova, cambia atteggiamento.

È un po’ l’alter-ego di Giangurgolo, nota maschera calabrese che, grazie al lavoro rispettoso delle tradizioni popolari di Enzo Colacino, è ormai conosciuta in tutta Italia.

L’attore catanzarese Enzo Colacino nei panni di Giangurgolo

Nella provincia di Reggio Calabria, Giugale ha spesso un rapporto con la Fata Morgana che vive nello Stretto di Messina.

Le origini di Giugale o Giufà

Sebbene la sua comparsa nella tradizione scritta siciliana risalga a circa metà Ottocento, Giugale è l’antieroe delle storie popolari nate nel Mediterraneo. Infatti, le sue origini risalgono agli Spagnoli e agli Arabi.

I racconti orali delle storielle eroicomiche di questo personaggio si sono tramandati di generazione in generazione.

Ancora oggi nel Maghreb ci sono delle storielle popolari che hanno come protagonista Djeha (pron. giuà), che, con il siciliano Giufà condivide una medesima radice popolare.

La letteratura ha preso in prestito questo personaggio bizzarro

Parlando di Giugale è impossibile non nominare Italo Calvino. Infatti, Giufà è uno dei nomi dati a Gurdulù, “Lo scemo del villaggio” e scudiero del cavaliere Agilulfo nel romanzo “Il cavaliere inesistente”.

Giufà è anche il protagonista di uno dei racconti de ‘Il mare colore del vino“, un’opera di Leonardo Sciascia.

Simbolo di satira contro il potere

Una delle storielle più famose riguarda, ‘’Giufà, quando esci tirati la porta!’’. Giufà o Giugale prende alla lettera l’ordine della mamma e scardina la porta, prima di raggiungere la madre in chiesa con l’intero serramento.

Sebbene i racconti facciano sorridere, l’ironia serviva a far risaltare lo sfruttamento delle popolazioni meno abbienti e succubi dei più potenti. Sono spesso un modo per denunciare ed esprimere un dissenso su questioni politiche e sociali.