In un documentario in uscita oggi in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma 2020, Papa Francesco afferma che le persone omossessuali hanno diritto ad essere una famiglia.
“Francesco”, il nuovo film documentario è stato realizzato dal regista russo Evgeny Afineevsky ed affronta le sfide del nostro tempo, le urgenze a cui dare risposta, la missione della Chiesa declinata con uno sguardo ai più indigenti, ai migranti, a chi soffre le ingiustizie. Diversi quindi i temi sociali trattati, con un intreccio della storia di oggi e delle interviste esclusive fatte allo stesso Pontefice.
Proprio in una di queste interviste, Papa Francesco risponde sul tema dell’omosessualità. Secondo il Pontefice “le persone omosessuali hanno il diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”.
Le parole di Papa Francesco non si contestualizzano all’Italia e alla legislazione del nostro Paese, ma al mondo intero. Il suo è un discorso universale, che vuole innanzitutto sensibilizzare la Chiesa su un tema su cui non tutti parlano lo stesso linguaggio.
Juan Carlos Cruz, vittima e attivista contro gli abusi sessuali, presente alla Festa del Cinema di Roma insieme al regista, ha dichiarato (secondo quanto riportato anche da Repubblica) come Papa Francesco fosse dispiaciuto per quanto gli fosse successo. Il Papa gli ha riferito – testimonia Cruz – :“Juan è Dio che ti ha fatto gay e comunque ti ama. Dio ti ama e anche il Papa poi ti ama”.
È questo il linguaggio universale che dovrebbe interessare la Chiesa e non soltanto la Chiesa, ma anche la Politica e la comunità sociale.
Essere gay (o persone appartenenti in genere al mondo LGBTQ*) non deve rappresentare una colpa, una vergogna, né tanto meno una scelta, un’etichetta, una devianza.
Essere gay o in generale LGBTQ* è semplicemente uno stato di essere e come tale va accettato. Senza discriminazioni, né tanto meno senza omologazioni, senza generalizzazioni. Spesso si parla delle persone omosessuali o LGBTQ* al plurale, come se si trattasse di un gruppo, o una minoranza. Non è così, ogni persona ha un proprio orientamento sessuale e bisogna accettarla per quella che è.
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