Educare i cuori per ricostruire l’umanità, una sfida fondamentale
Quarant’anni fa, un giovane sacerdote milanese, nel definire la situazione educativa di allora, usò un’espressione che in molti non capirono fino in fondo né allora né adesso secondo me. Il rischio educativo altro non è che la mancanza di educazione dei cuori. Chi non ha avuto la Grazia di ricevere questo tipo di formazione è una persona che non riconosce la propria Sacralità e di conseguenza il Divino che è tipico dei figli di Dio.
Non riconoscendo il proprio cuore ci si lega ai bisogni materiali che hanno la funzione di placare la necessità di bene che è tipica dell’uomo. Ecco che nasce prepotente, il bisogno di emergere ad ogni costo, la necessità smodata di beni, il bisogno di tutto ciò che è materiale ed edonistico. Se manca l’educazione del cuore manca il Riconoscimento dell’altro, dei suoi bisogni, della sua fragilità, della sua bellezza, dei suoi limiti.
Mai nella Storia del nostro paese come in questo ultimo decennio abbiamo assistito a crimini contro la persona talmente atroci che atterriscono tutti, anche chi è chiamato ad applicare la legge. Si arriva all’eliminazione fisica dell’altro come se si stesse agendo in un videogioco o come se si fosse il protagonista di un film horror. L’omicidio di Primavalle è l’ultimo di una lunga serie, lo ha preceduto l’omicidio stradale di un bambino di cinque anni per mano di un manipolo di ventenni che giocavano con un Suv e lo ha preceduto ancora l’omicidio di una giovane neomamma per mano del suo compagno. Quello che svilisce è che questi fatti terribili saranno seguiti da altri e poi da altri ancora. Ecco questa è la massima espressione della mancanza di educazione del cuore.È necessario agire per evitare questo stato di cose permanga e per farlo bisogna intervenire nell’Educazione, è necessario educare i cuori, nelle Chiese, nelle scuole, in famiglia, nelle politiche nazionali e locali. È necessario assolutamente riprendersi l’Umanità che molti uomini hanno smarrito per strada.