“ La funzione civile è talmente eminente ed insigne da rivestire un carattere quasi sacro; essa, pertanto, richiede di essere esercitata con grande dignità e con vivo senso di responsabilità”.
Queste parole furono pronunciate da papa Benedetto XVI nel 2011 ricevendo in udienza i prefetti d’Italia in occasione delle celebrazioni per il 150esimo dell’Unità d’Italia.
Cos’è la funzione civile?
E’l’alta missione moraleche lo Stato, nelle sue diramazioni periferiche,deve poter svolgere per proteggere, incoraggiare il bene, ed incutere spavento al male.
Le prime qualità che la funzione civile deve garantire sono la giustizia, virtù pubblica per eccellenza, e la libertà, affinché tutti possano proporre la loro visione del bene nel rispetto dell’altro e nel contesto delle leggi che mirano al bene comune.
La funzione pubblica è, dunque, depositaria della fiducia dei cittadini che contano sull’impegno dei funzionari ad operare nell’interesse generale, dimostrando imparzialità e amministrando quotidianamente le risorse pubbliche in modo appropriato. Un’amministrazione pubblica, equa ed affidabile, ispira fiducia nei cittadini e crea un clima favorevole alle imprese, contribuendo quindi al buon funzionamento dei mercati e della crescita economica.
In questa prospettiva la comunità ecclesiale svolge un ruolo importante sul piano culturale ed educativo, indicando quelle virtù cristiane che danno vigore e splendore ai valori universali della legalità, della coesione sociale e della solidarietà.
L’Italia è schiacciata da una corruzione diffusa, che sboccia nelle azioni più comuni e quotidiane per inficiare anche, e soprattutto, l’ambito della Pubblica Amministrazione.
Come ha avuto modo di sottolineare Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale promossa dalle Nazioni Unite
“ La corruzione è un male più grande del peccato. Più che perdonato, questo male deve essere curato. Va combattuto con forza. E’ un male basato sull’idolatria del denaro che ferisce la dignità umana” , “cancro”, “ virus”, “tarlo che non lascia crescere la civiltà ed ostacola la vocazione del buon politico a mettere le proprie idee al servizio del bene comune”.
Poiché si è sempre più lontani dall’operare all’insegna del culto del rispetto delle regole, al fine di soddisfare gli interessi “legittimi” dei cittadini, la celebrazione della“Giornata della Pubblica Amministrazione” potrebbe costituire momento di riflessione, per recuperare il senso della missione comune a cui sono chiamati tutti coloro che operano nella Pubblica Amministrazione: servire la Nazione e i suoi cittadini con orgoglio e dignità, con disciplina e rettitudine, trasparenza, senso di appartenenza e responsabilità.
“Posto al servizio dei cittadini, lo Stato è il gestore del bene del popolo, che deve amministrare in vista del bene comune”
ebbe a dire Papa Giovanni Paolo II nel suo Messaggio per la Giornata mondiale della pace 1998.
E, dunque, nel celebrare la Pubblica Amministrazione, si potrebbe sensibilizzare ed educare alla lealtà e alla trasparenza quanti lavorano per lo Stato, affinché la corruzione e gli altri illeciti possano diventare parte del passato, lasciando spazio così all’efficienza dei servizi amministrativi e al consapevole uso delle risorse pubbliche. E, tanto, attraverso la persuasione che lo Stato non è Ente astratto. Bensì è fatto di persone che lavorano per uno scambio reciproco, non “di favori”, ma di “servizi”, equi e uguali per tutti.
L’Inno alla Pubblica Amministrazione trasparente, onesta, responsabile e fedele, potrebbe coinvolgere anche i ragazzi, perché il cammino verso la riconquista dell’”etica pubblica” può e deve, forse, passare dai banchi di scuola dove si formano le nuove generazioni: i funzionari dello stato di domani.
Una celebrazione, dunque, aperta a tutti: ai credenti, ma anche ai non credenti che stanno sulla soglia, o ai margini della comunità ecclesiale e desiderano fare un passo avanti verso la fede.
“ Nessuna realtà è impenetrabile al Vangelo” ( Papa Giovanni Paolo II”).
Nessuna, nemmeno il pubblico impiego.
Michelina Grillo Dirigente MEF