Il fascino del Carnevale calabrese: tradizioni, maschere e divertimenti

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Carnevale in Calabria: tra le maschere di Giangurgolo, il risveglio del ‘Murju Carnevali’ e le tradizioni uniche di una festa ricca di storia e gioia

Il Carnevale in Calabria è una festa intrisa di storia, tradizioni e folklore che abbraccia molte città e paesi della regione, offrendo una varietà di eventi, sfilate, maschere e delizie tipiche. Ogni località, con le sue peculiarità, contribuisce a rendere il Carnevale calabrese un’esperienza unica, ricca di spettacoli e divertimenti adatti a tutte le età e i gusti.

L’etimologia del termine “carnevale” affonda le radici nel latino “carnem levare”, un’espressione medievale che indicava il divieto ecclesiastico di consumare carne a partire dal primo giorno di Quaresima, noto come “martedì grasso”, fino al “giovedì santo” precedente la Pasqua.

Una delle figure più emblematiche del Carnevale calabrese è Giangurgolo, derivante dall’unione di “Gian” (Zanni) e “Gurgolo” (bocca larga). Questa figura, nata a Catanzaro nel 1596, ebbe un ruolo fondamentale nella resistenza contro l’occupazione spagnola. La sua maschera, caratterizzata da un naso imponente, una spada gigantesca, un alto cappello a cono, un corpetto stretto e pantaloni a sbuffo, divenne uno strumento di satira, prendendo di mira coloro che imitavano i cavalieri siciliani “spagnoleggianti” immigrati in Calabria.

Giangurgolo conquistò i palcoscenici dei teatri sei e settecenteschi, diventando una rappresentazione tradizionale nella regione calabrese. La sua personalità spavalda, avida e buffonesca, unite alle sue menzogne e stramberie, lo resero una figura comica e satirica di grande impatto.

Nella tradizione popolare calabrese, il Carnevale è rappresentato da un fantoccio, il signor Carnevale, che dopo un banchetto eccessivo muore, dando vita al “murju carnevali”. La notizia della sua morte porta all’intervento di medici, notaio e prete, finché Carnevale “resuscita” e la moglie Coraìsima (Quaresima) lo piange. I funerali si svolgono in piazza nel martedì di Carnevale, con un fantoccio di paglia vestito con vecchi abiti che viene bruciato, creando una cerimonia beffarda della morte e un inno alla vita.

Una tradizione un tempo diffusa vedeva i ragazzi travestirsi e chiedere la “sazizza” (salsiccia) nelle strade del paese, con il gesto caratteristico delle mani a formare una croce con l’indice delle due mani. Alla fine del giro, i giovani si riunivano davanti a un falò o a casa di uno di loro per gustare il bottino raccolto.

Il Carnevale in Calabria è animato da maschere che sfrecciano nelle sfilate durante i tre giorni classici, dalla domenica al martedì. Numerosi paesi, tra cui Amantea, Castrovillari, Acconia di Curinga, Soverato, Rossano Calabro, San Sosti, Reggio Calabria, Lamezia Terme, Maida, Fuscaldo, Guardia Piemontese, Palmi, organizzano eventi e manifestazioni legati al Carnevale, arricchendo la regione di colori, allegria e festa.

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