CATANZARO, 21 DIC 2018 – Il tempo è vita. Un bene prezioso in cui l’uomo rinnova se stesso, senza tradire il suo essere cristiano votato all’eterno, perché il quotidiano è spazio della santificazione nell’impegno . Sono alcuni degli interessanti spunti di riflessione emersi nel seminario organizzato dall’associazione “50&Più” Catanzaro, presieduta da Pina Belardinelli, sul tema “Pensiero religioso e laico nel tempo dell’Uomo e della Donna” che si tenuto giovedì pomeriggio nell’Aula Sancti Petri”. A relazionare sul tema “Cittadini del tempo, cercatori di eterno” è stato don Francesco Brancaccio, docente di Teologia dell’Istituto teologico di Cosenza e Catanzaro, preceduto dal dottor Salvatore Toti Licata, sociologo, criminologo e formatore dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca che si è soffermato sul tema “Tempo: eterno passeggero. L’Essere umano qui e ora”.
“Dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo, come diceva Gandhi: il tempo siamo noi perché siamo noi i protagonisti della nostra vita. Non è il tempo che gestisce noi, ma siamo noi che dobbiamo gestire il tempo”, ha affermato la presidente Belardinelli che è anche consigliera nazionale della “50&Più”.
“Il tempo oggettivo non esiste – esordisce Toti Licata – perché è infinito in sé. Il tempo rimane, siamo noi che passiamo”. Viviamo, quindi, come incastrati nella “società del dovere” che condiziona la libertà di fare quello che piace, mentre l’equilibrio sta nella scala tra il dovere e il piacere di vivere.
Licata richiama la contrapposizione tra Albert Einstein ed Herni Bergson, il primo assertore del tempo oggettivo per tutti, misurabile e relativo al sistema in cui si trova l’osservatore, mentre il secondo è convinto sostenitore del tempo soggettivo, che dipende dalla coscienza.
Dobbiamo essere parte attiva del processo che ci consente di fare quello che ci sta a cuore, senza eccessi – e questo vale per ogni età. E per fare questo, spiega ancora Licata bisogna avere “la testa ordinata”.
“In realtà viviamo più nel disordine che nell’ordine – spiega ancora il professore dell’Università Bicocca di Milano -. E’ sempre una questione di gestione del tempo che, ad esempio, alle donne viene molto più semplice per impostazione biologica”. Licata ha, quindi, posto l’accento su questioni fondamentali come l’equilibrio bio-psico-fisico e la capacità di cogliere le opportunità dove gli altri non ne vedono, il concetto di “resilienza” per condurre la platea dei presenti verso la considerazione che “il tempo è patrimonio prezioso, temporeggiare è negativo. Il tempo è vita”. Vivere qui, e ora, per rinnovare la propria identità. Ma questo invito ad anteporre sempre l’oggi si contrappone alla visione cristiana del tempo? Secondo don Francesco Brancaccio – chiamato alla riflessione sui “Cittadini del tempo, cercatori di eterno” – “la fuga dalla materialità non è cristiana. L’impegno è il luogo di santificazione che il cristiano assume nel proprio tempo: è testimonianza della carità nel quotidiano”. E se Licata parla di “tempo oggettivo e tempo soggettivo”, don Francesco Brancaccio rilancia con la contrapposizione tra “tempo cosmico e tempo storico”, per arrivare al concetto della tempo come “dimensione della libertà umana”. Parlando di “tempo storico” si introducono i concetti della “memoria fondativa, dell’oggi dell’ascolto e del cammino, e le parole degli eventi che orientano il futuro”, mentre soffermandosi sul concetto del “tempo cosmico”, ad attirare l’attenzione è “la scansione regolata dal tempo cosmico e la sorprendente corrispondenza della logica umana”. Nel concetto di “tempo lineare e non ciclico, c’è il valore intrinseco del tempo della salvezza” e “lo spazio della scelta, la libertà di realizzare il progetto di Dio o disperdersi tra le svariate variabili della schiavitù”.
Una discussione di grande livello, quindi, che secondo il direttore provinciale dell’Associazione “50&Più”, Fabrizio Gimigliano, meriterebbe di essere trattato nelle scuole, oltre che essere ripreso con una iniziativa regionale, introducendo accanto al concetto di tempo laico e tempo religioso quello relativo alla donna e all’uomo. “Il ruolo della nostra associazione è proprio questo, favorire la gestione del tempo tra passato, presente e futuro – ha detto ancora Gimigliano – in maniera ‘accogliente’, esattamente come la 50&più che dalla sua fondazione, nel 1974, ad oggi ha saputo evolversi creando un brand sinonimo di attenzione alla persona in tutto il suo percorso di vita”.