Mai come questo 2020 contano i numeri. Che si tratti di salute, che si tratti di economia. Contano solo i numeri. Siamo preda dei numeri. Al Governo si guardano i sondaggi e si fanno parole per recuperare punti nelle statistiche del consenso. E si prendono misure per recuperare gli errori fatti.
Natura e matematica
Intanto si aspettano nuove misure per contenere ancora una volta i numeri che spaventano. D’altronde la matematica e la natura camminano insieme. E questo coronavirus ne è la brutale prova. Si dice che la natura è un libro e la matematica è il suo alfabeto. Già Galilei aveva capito l’importanza della matematica nello studio della natura, dicendo “Il libro della natura è scritto in caratteri matematici”.
E oggi in questo 2020 ci ritroviamo vittime della matematica e della natura. Alcuni dicono che siamo davanti ad una “riplasmazione del modo di vivere e di produrre gestito dal potere. Il quale usa l’emergenza sanitaria come metodo di riorganizzazione sociopolitica” (Diego Fusaro).
Il Paese si divide ancora una volta
E il Paese invece di combattere unito, si divide ancora una volta. All’estremo ci sono i negazionisti da una parte, che affermano che il virus non esiste e che è tutto una montatura per togliere la libertà individuale e fare gli interessi politici. Che la mascherina non serve a nulla.
Dall’altra c’è chi crea allarmismo più del dovuto, creando “terrorismo psicologico”, creando interesse ed audience sulle brutte notizie.
Nel mezzo, la confusione, la ricerca di una verità assoluta che non c’è. L’attesa di un vaccino, che probabilmente arriverà quando già il virus sarà mutato. C’è la speranza di guarire e che tutto passi. (Come e quando non si sa).
C’è chi parla del coronavirus come di un semplice raffreddore o di un virus pericoloso solo per gli anziani. E c’è chi pensa al suo amico 40enne ricoverato in ospedale con respiratore attaccato che prima era con chi negava la gravità della situazione. Se c’è una cosa ben chiara è che con questo virus non si può generalizzare.
Chi è ancora convinto che la situazione in Calabria non sia critica come nelle altre regioni, quando invece la nostra terra è una delle regioni più a rischio per il suo alto indice Rt che supera la soglia dell’1,5.
Siamo preda dei numeri
E così ancora una volta siamo preda dei numeri. In base ad un “piccolo” valore, l’Rt (indice di trasmettibilità di una malattia infettiva) si decide il prossimo Dpcm del Governo e le misure più o meno restrittive da prendere nelle diverse regioni di Italia. Con coprifuoco e lockdown in alcune regioni, con uscite consentite solo per motivi di lavoro e salute, con autocertificazione.
Andare oltre i numeri
È sempre bene ricordare che i numeri sono dati scientifici prodotti da una comunità tecnico-scientifica. Ma è altrettanto bene ricordare che i numeri vanno interpretati. Non bastano le “nude e crude” statistiche, bisogna contestualizzarle. Non basta aggiornarsi con un titolo di un articolo di giornale, bisogna leggere l’articolo fino in fondo e andare in profondità. Non basta dar retta all’opinione di un politico, bisogna ascoltare le diverse posizioni, per avere un quadro chiaro della situazione.
Facciamo in modo di avere una lettura consapevole dei numeri che ci vengono “sbattuti” in faccia ogni giorno. Diamo attenzione ai nuovi contagi, ma anche ai dimessi dagli ospedali, ai guariti, agli isolati domiciliari, agli asintomatici. Cerchiamo di rimanere sempre obiettivi, per quanto ci è possibile e di agire secondo un senso civico forte, indipendentemente dal “colore politico” a cui apparteniamo.
Protestiamo se serve, per ribadire a voce alta quello che non va. Ma senza metterci di mezzo la violenza, come a volte è successo nel corso delle recenti manifestazioni. Cerchiamo di trasformare la rabbia e la paura in energia positiva. Cerchiamo di trovare nuove soluzioni, di adattarci. Il che non significa rassegnarci, ma evolverci.
Convivere con il virus
Ci avevano detto di attrezzarci per convivere con il virus. Ma qui sembra di dover andare in stanb-by. Il fatto è che le vite non possono andare in stand-by. Così come non si può mettere in pausa il lavoro. Bisogna pur sopravvivere ed “arrivare a fine mese”. E se i numeri ci rendono ancora “prede vulnerabili” per un periodo di tempo medio-lungo, che si mettano in atto soluzioni che davvero ci diano la possibilità di convivere con questa crisi non solo sanitaria, ma anche economia e sociale.