«Sei settentrionale? Allora non ti affitto la casa!»

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La notizia è rimbalzata ieri sui social, nella pagina Facebook di Selvaggia Lucarelli, e su TPI e vede al centro della vicenda un affitto stagionale estivo calabrese in cui si nega il soggiorno al turista, se settentrionale.

La casa della discordia

Il signor Giovanni, proprietario di una casa al mare a Sellia Marina (CZ), pubblica un annuncio in rete per affittare il suo immobile per i mesi estivi. Una volta contattato dai turisti desiderosi di trascorrere qualche settimana sulla costa catanzarese, l’uomo chiede loro la provenienza. Se chi scrive è settentrionale la conversazione su Whatsapp si interrompe bruscamente e la persona viene addirittura bloccata.

Molti i commenti contrari alla scelta del proprietario giudicata discriminatoria, tanti altri hanno invece rivendicato la legge del contrappasso, ricordando tutte le volte che i meridionali sono stati vittime di razzismo anche per i fitti di case al nord.

Ma è una guerra persa da entrambe le fazioni quando a ragionare non è la testa, ma la pancia.

In realtà, il signor Giovanni non è l’unico proprietario a negare il soggiorno al settentrionale in vacanza. Tante case rimarranno sfitte perché la paura della diffusione del Covid è più forte di un guadagno certo e facile. Ma chi gli garantisce che una persona proveniente, ad esempio, da Roma sia meno pericolosa di un milanese? Lanciamo la moneta e affidiamoci al calcolo delle probabilità!

Un’estate al mare e vedere da lontano gli ombrelloni?

Nello specifico, Sellia Marina, bandiera blu da qualche anno, è una località adatta a famiglie e a chi cerca una vacanza fatta di relax e spiagge capienti a un costo non elevato. Basta arrivare a Catanzaro lido e i prezzi dei soggiorni salgono vertiginosamente, per non parlare di località tradizionalmente più richieste come Soverato, Montepaone o Montauro.

Quest’anno però si è aggiunta la paura dell’ignoto che per sua natura è ovviamente irrazionale. Turisti veri e propri a Sellia Marina ce ne sono pochissimi, la maggior parte è costituita da persone del luogo che si sono trasferite a Nord per lavoro. Veramente si vuole negare il rientro a chi aspetta 12 mesi per rivedere parenti e amici? Quanto le informazioni sul virus hanno condizionato scelte e abitudini?

Il signor Giovanni afferma che è libero di affittare a chi vuole: è casa sua e fa entrare chi più gli aggrada. Ma allora perché si grida allo scandalo quando si legge “non si affitta ai meridionali”? Quanto questa pandemia ha irrazionalmente distorto la prospettiva con un fish-eye, ingigantendo dettagli e rimpicciolendo l’importanza delle cose.

Forse converrà fare analisi più approfondite e pigiare il tasto sullo spirito critico perché, di questo passo, tutto potrà essere concesso e considerato giusto. C’è un limite poco palpabile tra la saggezza e la sconsideratezza, a volte. Ultimamente sta accadendo spesso di andare da un eccesso a un altro: da assembramenti in massa a episodi discriminanti per chi proviene da Codogno. Qual è il limite in questa caccia all’untore?

Intanto, non è passato molto tempo da quando una ragazza di Foggia si è sentita dire “Non si fitta a meridionali!”. Ed è successo proprio a Milano. La storia si ripete ciclicamente e gli stereotipi e l’ignoranza hanno spesso la meglio. Per fortuna, c’è gente che ragiona diversamente, anche questo bisogna dirlo.

L’errore è nel ragionare indipendentemente da ciò che si intuisce come giusto “a prescindere”.

Se ci fosse un cartello “Non si fitta ai cretini” sicuramente molte case rimarrebbero sfitte. Quello sì sarebbe “indipendentemente a prescindere” e chissà quanti avrebbero pure da ridire grazie a QI bassi.

Come diceva Flaiano: «Oggi anche un cretino è specializzato.»