U Cumbitu: un antico e nobile gesto solidale

Lagane e ceci usate per U Cumbutu (fonte: Facebook)

In Calabria, il giorno di San Giuseppe sarebbe una giornata dedicata alla comunità e al prossimo. U cumbitu è una tradizione, un rito, in cui le famiglie benestanti, o comunque più fortunate, dovrebbero offrire un pasto caldo ai meno abbienti per i quali la vita è stata meno madre e più matrigna.

Il banchetto solidale si dovrebbe svolgere appunto il 19 marzo, giorno in cui in tutta Italia si festeggia San Giuseppe. Come sempre le tradizioni contadine sono le più presenti e rappresentative di una società che è cambiata nel tempo perdendo usi e costumi.

La tradizione parte da lontano: negli anni in cui le famiglie più ricche, quelle dei nobili e dei potenti, come segno di devozione verso San Giuseppe aprivano le porte delle loro cucine ai più poveri del borgo, offrendo loro un piatto caldo fatto di pochi ingredienti derivanti dalle loro terre.

U cumbitu e i suoi quattro ingredienti: pasta, ceci, baccalà e zeppole

Il piatto principale del cumbitu era quello di lagane e ceci. Le lagane sono un formato particolare di pasta fatta in casa a base di acqua e farina e somigliano un po’ ai più comuni maltagliati oppure alla pappardelle.

Gli elemosinanti solitamente ricevevano quello che si chiamava “a vuccata ’i San Giuseppi” (il boccone di San Giuseppe) costituita appunto da un primo piatto caldo (pasta e ceci) e poi le zeppole e il baccalà fritto, meno comune era invece lo stocco.

Negli anni, quando le condizioni economiche furono anche peggiori, molte famiglie, in tutti i paesi, sempre in devozione del Santo, hanno sempre offerto il pranzo. Oggi la tradizione si è persa anche se in alcuni borghi si cerca di riproporla magari a favore dei migranti.

Nei tempi andati, in quasi tutte le famiglie più potenti e ricche, generalmente per sciogliere qualche “ex voto” si organizzava u cumbito. Al banchetto partecipavano le persone più povere del paese che dovevano idealmente impersonare la Sacra Famiglia; ossia Gesù Bambino, la Madonna e San Giuseppe.

U cumbitu era anche come rito propiziatorio fatto di proprietari di terre per ottenere un abbondante raccolto agricolo.

Ancora una volta, il cibo si carica di significato simbolico e il rito diventa una metafora della stessa vita.

Certo, nonostante il gesto di solidarietà e di comunione sia da apprezzare, occorre considerare che anche in un giorno di festa si sottolineava la differenza sociale. Differenza tra la classe dominante e la classe subalterna, tra padroni e coloni, tra signori e pezzenti.

Ciò non toglie il valore altissimo della solidarietà e il pregio almeno per un giorno legato alla fratellanza e al sostegno del prossimo.