Si chiama Lucia Cocciolo ed è originaria di Joppolo (Vibo Valentia). Ha una casa nella frazione di Coccorino che ormai non usa più e dopo la tragedia di San Ferdinando ha deciso di regalarla a chi ne ha bisogno. Le condizioni dell’abitazione non sono ottimali, ma è sempre meglio di una tendopoli.
La proprietaria è un’infermiera di 53 anni che lavora a Milano da oltre 40 anni impegnata anche nel volontariato, si è occupata, infatti, di un’associazione di donne disagiate e maltrattate con bambini e anche dei terremotati dell’Abruzzo. Quindi non meraviglia il nobilissimo gesto. Si è rivolta alle istituzioni, ma senza successo. Neanche i figli e i nipoti useranno l’immobile, ormai lontani e con altri interessi. Ha provato a contattare il Comune di Joppolo, ma senza successo. Ora è intenzionata ad andare da un notaio a mettere a disposizione il bene.
La casa ha l’acqua, ma manca l’energia elettrica. Ha un caminetto, però. Inoltre, c’è anche un terreno, un orto, che però non regala, ma lo da in comodato d’uso. L”orto ha l’acqua e un deposito attrezzi nonché piante di ulivo.
In un mondo sempre più rabbioso, e dove si invita a ‘portare a casa i migranti’, questa storia sembra appartenere a un altro pianeta, ma è vera e soprattutto mette in risalto il cuore dei calabresi. Sempre ospitali, sempre ad aprire la porta e ad aiutare chi è meno fortunato. La signora fa presente che anche i meridionali sono stati trattati male e ciò non deve essere dimenticato quando i migranti vengono maltrattati a sud. Occorre essere sempre dalla parte degli ultimi.
Un esempio che si spera venga preso in considerazione per l’alto valore morale e, perché no, anche materiale.
Annamaria Gnisci