Sequestri in 15 aziende agricole, scoperte condotte abusive e smaltimenti illegali di rifiuti, sanzioni per opere edili irregolari e allevamenti abusivi
Una massiccia operazione di controlli ambientali è stata condotta in tutta la Piana di Gioia Tauro, con gli uomini dei Carabinieri del Gioia Tauro impegnati in un servizio coordinato volto a preservare l’ecosistema locale, in particolare durante il periodo di molitura delle olive e produzione dell’olio. L’attenzione si è concentrata su oltre 15 imprese agricole coinvolte nella gestione di frantoi e nel corretto smaltimento dei rifiuti, situate nei comuni di Molochio, San Giorgio Morgeto, Varapodio, Taurianova e Cittanova. I controlli hanno evidenziato, in generale, il rispetto delle normative di settore da parte di queste aziende.
I Carabinieri non si sono limitati alle verifiche all’interno degli opifici, estendendo l’azione ispettiva anche ai terreni agricoli e ai corsi d’acqua circostanti. Durante uno di questi controlli, il Nucleo Carabinieri Forestali Parco di San Giorgio Morgeto ha scoperto un’impresa di allevamento bovino che aveva realizzato una conduttura abusiva, convogliando i liquami delle stalle direttamente in un’area boschiva protetta. I due fratelli titolari dell’azienda sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Palmi.
Anche a Varapodio, i Carabinieri hanno denunciato il titolare di un’impresa di calcestruzzi che, situata nei pressi del fiume Marro, utilizzava uno scarico illegale per riversare in fiumara i materiali di risulta della lavorazione degli inerti.
Inoltre, i controlli si sono estesi al rispetto della normativa edilizia, rivelando alcune irregolarità nello smaltimento dei rifiuti industriali. Otto imprenditori sono stati denunciati per aver realizzato opere edili senza le necessarie autorizzazioni. Tra questi, due allevatori avevano costruito un’intera stalla per suini, ignorando completamente l’impatto ambientale che tale realizzazione avrebbe avuto sull’ecosistema.
Complessivamente, sono state contestate sanzioni amministrative per un totale di circa 220.000 euro, legate all’obbligo di ripristino dei danni ambientali riscontrati. Le aree coinvolte nell’inquinamento sono state sottoposte a sequestro preventivo.
Attualmente, i procedimenti penali sono in corso di indagine e la responsabilità effettiva delle persone coinvolte, unitamente alla validità delle accuse mosse nei loro confronti, sarà valutata durante il successivo processo. Ulteriori sviluppi investigativi e prove non sono esclusi, anche a vantaggio delle persone oggetto di indagine.
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