Il 27 gennaio 1945 le Forze Alleate liberavano il campo di concentramento di Auschwitz, simbolo dell’atrocità dell’olocausto e oggi tutto il mondo mantiene viva la memoria su una delle pagine più nere della storia dell’umanità
La Giornata della memoria è stata istituita dal Parlamento italiano nel luglio 2000, per aderire alla commemorazione del 27 gennaio in ricordo delle vittime del nazionalsocialismo, del fascismo e dell Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
È stato scelto il 27 gennaio per ricordare lo stesso giorno nel 1945, quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, nel corso dell’offensiva in direzione di Berlino, arrivarono a Auschwitz, scoprendo il campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti.
Ieri sera in un documentario, ho sentito alcune interviste fatte a persone di una certa età nelle quali alcuni rispondevano che era meglio obliare queste pagine nere della nostra storia, che si è trattata di una follia che non potrà più ripetersi, perché oggi la mentalità è cambiata, c’è istruzione, c’è democrazia, ci sono le Nazioni Unite.
Io non credo che sia così, penso che questo non sia giusto, che sia nascondere la testa sotto la sabbia dell’indifferenza.
E’ giusto ricordare, dobbiamo spiegare ai nostri figli che cosa è successo, quali sono state le cause che hanno portato all’olocausto, perché non è stato fermato e soprattutto che cosa ha significato tutto questo, perché ciò non si possa davvero più ripetere.
Io non ho visto la guerra, ne parlava spesso mio padre ed anche i miei nonni ne parlavano spesso ed è grazie anche a loro che so che è qualcosa di terribile, che logora paesi e l’intera società e che non cessa con la fine delle ostilità, ma consuma chi l’ha vissuta e questo me lo ha insegnato chi ne è stato testimone, e chi non si è nascosto dietro i “non voglio ricordare” o “non voglio pensarci”.
La Giornata della Memoria è l’occasione per ripercorrere le barbarie e le atrocità perpetrate in nome della razza dalla mostruosa macchina di morte attivata dal nazionalismo tedesco nel corso della Seconda Guerra Mondiale ed è anche l’occasione per ragionare su come l’umanità possa essere riuscita a scendere tanto in basso e chiedersi se potrebbe accadere ancora.
Da anni mi sono impegnato anche io, nel mio piccolo, dalla piattaforma radiofonica di Radio Catanzaro Centro, per diffondere la Memoria della Shoah. Non sono ebreo e non ho parenti deportati, ma ritengo che sia importante per noi portare la testimonianza di seconda generazione, ora che i sopravvissuti stanno scomparendo.
Mi sento di parlarne e di scrivere qualcosa dal mio giornale online, perché la Memoria è una cosa seria.
Non ho idea di cosa pensiate voi di questa giornata, ma a me mette un vuoto assurdo, perché mi fa pensare che troppe volte ci definiamo esseri umani, ma di umano abbiamo poco o niente…
Luigi Mussari