L’uomo è stato arrestato dopo la denuncia della compagna, per maltrattamenti, aggressioni e minacce di morte
Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato ha compiuto un significativo passo nella lotta contro la violenza domestica, procedendo all’arresto di un uomo di 42 anni a Cosenza. L’individuo è stato accusato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della propria compagna, un reato aggravato dal fatto che tali violenze si verificavano in presenza dei loro figli minori.
L’azione delle forze dell’ordine è stata il culmine di un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica locale, avviata dopo la presentazione di una denuncia da parte della vittima nel gennaio 2024. La donna, con coraggio, si era recata presso gli uffici della polizia, fornendo dettagli minuziosi di un rapporto caratterizzato da violenze verbali e fisiche sin dall’inizio, con episodi precedenti di arresto del compagno.
La situazione ha raggiunto il suo apice all’inizio dell’anno, quando l’uomo ha nuovamente perpetrato un atto violento. Dopo una lite per motivi futili, ha minacciato la compagna di morte, per poi afferrarla da dietro e colpirla al volto, causandole la rottura di due denti anteriori.
Nonostante la vittima sia riuscita a sfuggire alla violenza e a denunciare gli abusi presso la Questura, il suo aguzzino non ha smesso di tormentarla. Non appena la donna e i suoi figli minori si sono rifugiati presso la casa dei genitori, l’uomo ha continuato a minacciarla attraverso messaggi intimidatori su WhatsApp.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza sotto la guida del Procuratore Capo Dr. Mario Spagnuolo, ha trovato il suo epilogo con l’esecuzione di una misura cautelare di custodia in carcere nel pomeriggio. Questo sviluppo conferma l’impegno della Polizia di Stato, guidata dal Questore della provincia di Cosenza, Dr. Giuseppe Cannizzaro, e dell’Autorità Giudiziaria nel contrastare la violenza di genere.
Il personale della Squadra Mobile ha giocato un ruolo cruciale nel rintracciare l’uomo, che è stato successivamente condotto presso la Casa Circondariale locale. Va sottolineato che tutte le informazioni sono fornite nel rispetto dei diritti dell’indagata, da considerarsi presunta innocente fino a una conferma di colpevolezza con una sentenza irrevocabile, al fine di garantire il diritto di cronaca.
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