Cacciatore impallinato a Santa’Andrea Apostolo della Ionio
SANT’ANDREA APOSTOLO DELLO IONIO (CZ), 4 OTT 2019 – Un movimento tra il fogliame, il colpo esploso e la tragica scoperta: Bruno Varano, 64 anni di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio, è morto ieri sera, dopo essere colpito da un proiettile esploso da un amico durante una battuta di caccia.
La ricostruzione dei fatti
Varano i suoi amici erano andati a caccia e si erano separati. Al momento l’unica certezza è che un compagno di battuta, ha visto qualcosa muoversi tra le foglie e si è convinto di aver visto un cinghiale. A quel punto ha premuto il grilletto del fucile e ha fatto fuoco. Solo dopo aver colpito l’amico si è accorto del tremendo errore di valutazione: quello a cui aveva puntato non era un animale, ma un suo compagno che si era nascosto alla ricerca della preda.
Vani i tentativi dei medici per salvare il cacciatore
L’uomo è stato soccorso e portato immediatamente all’ Ospedale Pugliese di Catanzaro, ma i medici non hanno potuto far nulla per salvarlo. Adesso i carabinieri stanno indagando sul caso: la persona che lo avrebbe colpito accidentalmente, è indagato per omicidio colposo, come atto dovuto.
Strage di cacciatori: Enpa, serve una stretta
Si è aperta ufficialmente in tutta Italia a settembre la stagione venatoria 2019/2020: “Cinque mesi di spari che causeranno milioni di vittime tra le specie selvatiche”. Ad affermarlo è l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa), che chiede al governo una “stretta” anche in relazione al “pesante tributo di vite umane” a causa delle doppiette.
Denuncia l’associazione, “la vera minaccia alla sicurezza, per le persone come per gli animali, è legata alla presenza di cacciatori armati nelle nostre campagne e non certo a lupi e di orsi”. Per questo, l’associazione chiede un forte intervento del governo per garantire una “tutela effettiva a tutti coloro i quali risiedono nelle zone di caccia”. Servono, è l’avvertimento dell’Enpa, “controlli serrati sul territorio, per i quali lanciamo un accorato appello ai ministri dell’Interno e della Difesa, perché negli anni passati le azioni di prevenzione sono state fortemente indebolite dallo scioglimento della Polizia Provinciale e dalla transizione del Corpo Forestale nell’Arma dei Carabinieri”.
Vittime umane stagione venatoria 2018-2019
Le associazioni sono preoccupate. Nel periodo che va dal 1 settembre al 31 gennaio 2019 le vittime in totale sono state 80: morti 21 e 59 feriti (dati Associazione Vittime della caccia).
Tra le regioni interessate dai casi di cui sopra, è in testa la Lombardia con 10 casi. Fanalini di coda, Abruzzo, Umbria e Calabria.
Sono stati esclusi dal bollettino, viene precisato dall’associazione, i casi di infarto, cadute o altre cause che non sono legate alle armi da caccia, così come i suicidi (a meno che non si tratti di minori) e fatti legati alle armi da caccia usate in ambito criminale, salvo se usate da da chi esercita attività venatoria.