Abramo, Tallini e Nisticò assolti nel processo Multopoli: commenti

tribunale di Catanzaro
Tribunale Catanzaro

La Corte dei Conti ha recentemente assolto il Sindaco di Cosenza, Sergio Abramo, e il consigliere regionale Domenico Tallini dalle accuse sollevate nei loro confronti nell’ambito dell’inchiesta “Multopoli”. In particolare, la sentenza ha certificato la legittimità del loro operato e impegno a servizio dei cittadini, nonché la loro condotta trasparente e l’onestà intellettuale. Tale pronuncia è stata accolta con grande soddisfazione dai gruppi consiliari di Forza Italia e Obiettivo Comune, i quali hanno sempre creduto ciecamente sull’operato della magistratura e sulla linearità dei comportamenti amministrativi tenuti dai tre rappresentanti istituzionali fin dall’inizio.

In particolare, i rappresentanti dei gruppi consiliari di Forza Italia e Obiettivo Comune hanno dichiarato che la sentenza della Corte dei Conti dimostra come Abramo, Tallini e l’ex consigliere Carlo Nisticò abbiano sempre tenuto una condotta lineare e trasparente in merito alla vicenda “Multopoli”. Questa pronuncia conferma la loro innocenza e la loro estraneità a qualsiasi contestazione di tipo contabile.

Tuttavia, non tutti i gruppi consiliari hanno espresso la stessa posizione. Ad esempio, il gruppo consiliare di Officine del Sud, rappresentato dai consiglieri Giuseppe Pisano e Francesco Gironda, ha sottolineato come l’assoluzione dei due esponenti politici non rappresenti una novità, ma piuttosto una conferma della correttezza dell’operato del Sindaco Abramo e del consigliere Tallini sulle tematiche di natura contabile per cui erano stati citati in giudizio.

In ogni caso, la sentenza della Corte dei Conti rappresenta un importante riconoscimento dell’operato di Abramo e Tallini, nonché un segnale di fiducia nei confronti delle istituzioni. In un momento in cui la politica viene spesso criticata per la mancanza di trasparenza e l’opacità delle decisioni, la sentenza rappresenta un importante punto di svolta e dimostra come l’operato dei rappresentanti istituzionali possa essere giudicato in modo equo e imparziale.

.