Oncologia ospedaliera dell’Ospedale di Catanzaro sotto shock: infermiere in manette per gravi accuse
CATANZARO, 27 SETT 2023 – Domenico Sinopoli, 44 anni, un infermiere in servizio presso l’unità operativa di Oncologia del presidio ospedaliero De Lellis (ora parte dell’Azienda ospedaliera universitaria Renato Dulbecco), è stato tratto in arresto questa mattina dalle forze dell’ordine. Le accuse contro di lui comprendono reati gravi tra cui violenza sessuale, concussione, violenza privata e peculato.
Sfruttamento delle vulnerabilità: accuse di violenza sessuale e concussione
Il cuore delle accuse contro Sinopoli riguarda l’allegata sfruttamento delle condizioni di “inferiorità (fisica e psicologica)” di due pazienti oncologici. Si sostiene che abbia costrinto queste persone, mentre si trovavano deboli e vulnerabili durante le sedute di chemioterapia, a subire atti sessuali contro la loro volontà. Questi pazienti erano costretti a subire ripetutamente tali atti per soddisfare i desideri sessuali dell’infermiere.
Inoltre, il 44enne è accusato anche di concussione, poiché avrebbe abusato del suo ruolo di infermiere per costringere le vittime a subire questi atti sessuali contro la loro volontà, con l’intento di ottenere indebitamente gratificazioni sessuali.
La situazione si è ulteriormente aggravata quando Sinopoli avrebbe intimato ai due pazienti di non riferire quanto accaduto, facendo leva su presunte connessioni oscure nell’ambiente lametino, con il chiaro intento di impedire qualsiasi denuncia o indagine sulle sue azioni deplorevoli.
L’infermiere è accusato anche di comportamento fraudolento
Ma le accuse contro Sinopoli non si fermano qui. Emergono anche accuse di comportamento fraudolento, in quanto si afferma che abbia truffato una persona che cercava di prenotare una visita medica. Sinopoli avrebbe ingiustamente ricevuto 120 euro da questa persona per la prenotazione e l’esecuzione di una visita ematologica che, come è emerso, non si sarebbe mai effettuata.
Il giudice ha utilizzato l’aggettivo “agghiacciante”
La magistratura non ha risparmiato parole per descrivere la gravità delle accuse contro l’infermiere. Il giudice Gilda Romano ha utilizzato l’aggettivo “agghiacciante” per delineare il quadro indiziario emerso, prendendo in considerazione non solo le azioni in sé, ma anche il contesto in cui si sono verificate, considerando le posizioni di autore e vittima: un infermiere e un paziente sottoposto a cure oncologiche, il che rende queste accuse ancora più scioccanti e inaccettabili.
Il caso di Domenico Sinopoli solleva questioni gravi riguardo alla sicurezza dei pazienti all’interno delle strutture sanitarie e sollecita una riflessione sulla necessità di rafforzare i protocolli di sicurezza e il monitoraggio del personale ospedaliero. La giustizia adesso dovrà fare il suo corso per garantire che chiunque commetta reati così gravi sia chiamato a rispondere delle proprie azioni davanti alla legge.
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