Agguato nel reggino: 20enne ferito gravemente

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Il 20enne è stato colpito da un fucile caricato a pallini mentre si trovava in auto con la fidanzata, che ha riportato solo lievi ferite, indagini in corso con possibili legami mafiosi

SAN PIETRO DI CARIDÀ (RC), 6 AGO 2024 – Un grave episodio di violenza è avvenuto a San Pietro di Caridà, in provincia di Reggio Calabria, la scorsa notte. Pietro Morfei, un giovane di 20enne, è stato vittima di un agguato che lo ha visto ferito a colpi di fucile. Il giovane, ricoverato in prognosi riservata presso l’ospedale di Reggio Calabria, è tuttavia fuori pericolo di vita.

L’attacco è avvenuto mentre Morfei si trovava a bordo della propria auto insieme alla fidanzata, che ha subito solo leggere escoriazioni. Il colpo di fucile, caricato a pallini, ha raggiunto il giovane al collo, causandogli ferite gravi. La fidanzata, nonostante il trauma subito, è stata medicata per le ferite minori.

Le indagini, condotte dai carabinieri del Reparto Operativo di Reggio Calabria, sono in corso. Gli investigatori attendono che Morfei si riprenda sufficientemente da poter fornire dettagli utili per ricostruire la dinamica dell’attacco e identificarne il movente. Il caso è attualmente sotto la supervisione della Procura di Palmi, ma potrebbe essere trasferito alla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Reggio Calabria o, eventualmente, alla DDA di Catanzaro, considerando la presenza di forti influenze mafiose nella regione e nelle province vicine.

Sebbene Pietro Morfei sia incensurato, le modalità dell’agguato sollevano preoccupazioni riguardo a possibili legami con ambienti mafiosi. Questo sospetto è avvalorato anche da un inquietante precedente familiare: due anni fa, nelle campagne di Monsoreto di Dinami, fu assassinato Alessandro Morfei, figlio di Pietro e omonimo del giovane ferito. Alessandro Morfei era stato ucciso a sua volta nel 1998 nella piazzetta del paese. Questi eventi collocano l’agguato di ieri sera in un contesto di lunga data di violenza familiare e possibili vendette legate a faide locali.

Il colonnello Antonio Merola guida le indagini con l’obiettivo di chiarire se il tentato omicidio di Pietro Morfei possa essere parte di una più ampia strategia mafiosa o se rappresenti una vendetta personale. In ogni caso, le forze dell’ordine intensificheranno gli sforzi per prevenire ulteriori episodi di violenza nella regione.

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