L’inchiesta Molière è balzata alla cronaca anche a livello nazionale. Ovviamente la notizia è stata ghiotta per stampa e per l’opinione pubblica, trattandosi di vicenda in campo di sanità nel periodo di lockdown e Covid.
41 medici dipendenti dell’ASP di Catanzaro non avrebbero prestato servizio durante il periodo del lockdown, producendo certificati medici di altri professionisti.
Il nostro articolo Assenteimo al 118 di Catanzaro: 13 medici indagati e 46 mila euro sequestrati
Una vicenda amara, ma viverla di persona, come il dottore Aristide Anfosso, probabilmente ha un sapore diverso.
I medici catanzaresi coinvolti sono anche nomi noti in città e in provincia e la notizia dell’operazione guidata da Gratteri ha fatto ovviamente parlare molto. Tempi in cui la Sanità, soprattutto calabrese, ha avuto un’eco disastrosa e tragicomica.
Oggi, uno degli indagati, il dottore Aristide Anfosso, ha voluto raccontare il suo punto di vista pubblicando la sua opinione nella sua pagina Facebook. La vicenda che lo vede coinvolto ovviamente non è piacevole.
Aristide Anfosso è un medico molto noto e apprezzato a Catanzaro, soprattutto nel quartiere di Catanzaro lido dove esercita la professione di medico di famiglia; le sue parole sono state chiare e dirette soprattutto verso i suoi pazienti i quali stanno supportando il proprio medico. E lo ha fatto pubblicando il giuramento di Ippocrate.
Il contenuto del post sulla pagina Facebook di Anfosso
“Non è che la musica è troppo alta… Sono io che sono troppo vecchio”. A verità.
É che col passare del tempo inevitabilmente si entra in un’altra fase della vita. Ciò che valeva prima, in termini di relazioni, di aspirazioni, sentimenti, abitudini e comportamenti, non vale dopo. Però quello che viene dopo va vissuto ugualmente con la meraviglia della novità, di chi scopre un’altra dimensione, di chi magari guarda la vita con un’altra ottica ed un’altra velocità, magari con la velocità della lentezza.
Ed anche ciò che accade assume un’altro valore.
– Anfosso: “Il mio nome tra gli indagati”
In questi giorni ho avuto il piacere, quasi giunto al termine della mia carriera, di vedere il mio nome fra quelli di tanti colleghi indagati perchè avrebbero messo in atto fatti ritorsivi, o favorito la messa in atto di questi fatti, nei confronti dell’Asp di Catanzaro.
Tutto ciò attraverso certificazioni non veritiere e quindi procurando assenze non giustificate. I fautori di questa “encomiabile” iniziativa sarebbero alcuni colleghi del Servizio 118, alcuni dei quali, per rivendicare la restituzione di somme di denaro trattenute, a loro giudizio, in maniera illegittima, avrebbero presentato certificazione sanitaria al fine di mettere in disagio il servizio stesso.
– “Ho sempre agito deontologicamente”
La mia storia personale improntata sui diritti dei cittadini ha radici lontane. Ero comunista prima del ’68 che pure ho vissuto da studente liceale, e senza appartenenza politica lo sono stato e lo sono ancora per gli aspetti sociali, per le relazioni umane, per ciò che concerne la mia attività professionale. In sostanza continuo ad esserlo per sola appartenenza al genere umano e per i valori di solidarietà e sussidiarietà che hanno sempre contraddistinto la mia esistenza. Ed è proprio nell’esercizio di questa attività, prima come Pediatra Ospedaliero, poi come Medico di famiglia che ho sempre posto al centro della mia professione il malato, agendo sempre deontologicamente con scienza e coscienza e considerando comunque sempre gli ammalati come esseri umani e non come portatori di malattie. Uomini, donne e bambini malati, con nomi, cognomi e storie personali e non malattie.
– “Non ero a conoscenza della protesta”
Questi principi ho anche trasmesso nei tanti anni di esercizio professionale ai tantissimi medici che sono transitati nei miei studi per effettuare i loro tirocini formativi. Personalmente non ero a conoscenza di questa “strana” forma di protesta realizzata da alcuni colleghi del 118. Le mie proteste sono state sempre effettuate, per la tutela della salute, nelle piazze e nei luoghi di lavoro, sempre in maniera civile e corretta e senza minimamente inficiare la qualità dei servizi da erogare ai cittadini. Non ero a conoscenza di tale iniziativa e me ne dissocio, a distanza di tempo, considerandola un’azione riprovevole, ingiustificata e da condannare. Però, nostante i miei criteri morali e la mia etica professionale, mi ritrovo nell’elenco dei “cattivi”. E questo è vero ed è inconfutabile. Non avendo io percepito alcunché non faccio parte dell’elenco dei colleghi per i quali è stato disposto sequestro bancario cautelativo. Motivo della presenza: ho effettuato certificazione sanitaria ad un Medico del 118 nello stesso periodo in cui altri Medici del 118 producevano la loro “certificazione”.
– “Io tra i cattivi”
Ovviamente non sono in grado né voglio né posso parlare delle posizioni di ognuno dei medici coinvolti. Posso parlare di me. Ma solo per chiarire la mia posizione a tutti i miei assistiti, che preoccupati da quanto apparso sui media sono persino arrivati a chiedermi se i miei studi sono ancora aperti. Tranquilli, il vostro medico, che sono io, ha effettuato veritiera certificazione sanitaria ad altro medico affetto da gravissima patologia, documentata ed ancora in atto, purtroppo nelle circostanze determinatesi all’epoca dell’inizio della pandemia. É giusto che per le circostanze temporali e per le modalità dell’accaduto io sia sentito, per l’esposizione dei chiarimenti necessari e dovuti, dal magistrato inquirente.
Viviamo in uno stato di diritto. Vale per me il senso dell’appartenenza civile e l’obbligo del chiarimento di quanto accaduto al fine di discriminare ciò che è lecito e dovuto da ciò che invece non lo è. Dispiace che per colpa di comportamenti così ingiustificati ed incomprensibili sia finito “in Prima Pagina” tra l’altro le iniziali del mio cognome, ma anche del nome, mi portano ad essere in testa in questo triste elenco.
Tutto passa, tutto si chiarirà. A verità. Buon fine settimana a tutti, ma proprio a tutti.