La giovane ragazza attratta con un pretesto in un vicolo buio e e soggetta a violenza sessuale dopo essersi rifiutata
Nella notte tra sabato e domenica scorsi, una rapida e risolutiva risposta da parte dei Carabinieri del Reparto Territoriale di Corigliano Rossano ha portato al salvataggio di una giovane ragazza, vittima di un traumatico episodio di violenza sessuale. La vicenda ha avuto inizio con una chiamata al numero di emergenza pubblica 112, che ha fatto scattare l’azione immediata delle forze dell’ordine.
Il dramma si è svolto in un oscuro vicolo nella frazione di Schiavonea, dove la ragazza aveva cercato rifugio. La giovane ha coraggiosamente raccontato ai Carabinieri di essere stata oggetto di abusi sessuali, dando avvio a un’indagine cruciale per portare alla luce la verità.
Una volta sul posto, i militari hanno prontamente interrotto l’orrore in corso e hanno raccolto prove rilevanti che indicavano chiaramente il coinvolgimento di un giovane di 22 anni, residente nella zona, come presunto aggressore. Dalle testimonianze e dalle prove raccolte, è emerso che la giovane era stata attirata in quel buio vicolo sotto un falso pretesto dal suo aggressore, che conosceva solamente di vista. Dopo il netto rifiuto della ragazza, si sono verificati gli inquietanti abusi sessuali.
L’indagine successiva è stata condotta con determinazione dai militari della Stazione Carabinieri di Corigliano Calabro Scalo, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal magistrato Alessandro D’Alessio. Grazie agli sforzi congiunti di queste autorità, sono stati raccolti elementi cruciali che attestavano il comportamento criminale del giovane, in netta violazione delle leggi vigenti.
In seguito alle prove concrete raccolte, il 22enne è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale nei confronti della minorenne e messo agli arresti domiciliari. Oggi, il provvedimento precautelare adottato dai Carabinieri è stato convalidato dal Tribunale di Castrovillari, il quale ha emesso un nuovo provvedimento restrittivo, obbligando l’indagato a permanere in regime di arresti domiciliari, assicurando così la sicurezza della vittima e l’evoluzione delle indagini.
Questa storia mette in luce l’importanza della prontezza e dell’efficacia delle forze dell’ordine nel garantire la giustizia e la sicurezza delle vittime di abusi sessuali, dimostrando che nessun atto criminale passa impunito quando le istituzioni sono determinate a combattere il male.
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