Truffa nascosta e sequestro di attività commerciali per 1,4 milioni di euro, vendite ingannevoli di polveri e talismani a vittime convinte di essere colpite da negatività
Le forze dell’ordine del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno recentemente eseguito un provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Reggio Calabria, su richiesta della Procura locale. Il provvedimento riguarda l’applicazione di misure cautelari personali e reali nei confronti di un individuo che si autoproclamava mago e che operava nel territorio reggino. L’uomo è accusato di truffa aggravata ed autoriciclaggio.
In seguito alle indagini avviate sulla base di una denuncia presentata da una vittima, la quale aveva cercato l’aiuto del “Maestro” durante un periodo di depressione legato alla perdita della madre, la Guardia di Finanza ha agito. Il sedicente mago avrebbe ingannato la donna, prevedendo un destino funesto e convincendola a intraprendere incontri settimanali, nonché ad acquistare vari oggetti esoterici, tra cui polveri, liquidi e talismani, per un totale di 11.000 euro. Tali proventi sarebbero stati conseguiti in contanti o attraverso ricariche Postepay.
Le indagini, condotte anche attraverso approfondimenti economico-finanziari, hanno rivelato un modus operandi illecito orchestrato dal sedicente mago. Approfittando della fragilità e vulnerabilità delle vittime, egli avrebbe sfruttato la credenza diffusa nell’efficacia di amuleti e talismani per compiere plurime truffe. Le persone colpite, convinte di essere afflitte da negatività o sfortune, venivano indotte a corrispondere somme considerevoli per ricevere i presunti “rimedi” contro i loro problemi.
In seguito al provvedimento emesso dal GIP, l’indagato è stato sottoposto agli arresti domiciliari, con l’ulteriore provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di oltre un milione e quattrocentomila euro. Questa somma è ritenuta il frutto delle attività illecite del sedicente mago, che avrebbe utilizzato una ditta individuale e una stazione di servizio per occultare e riciclare i proventi delle sue truffe.
La Guardia di Finanza ha dichiarato che l’operazione evidenzia il costante impegno nel presidiare il territorio, conformemente alle direttive dell’autorità giudiziaria reggina. Tale impegno mira a contrastare fenomeni pericolosi per la società, come le truffe perpetrate ai danni di persone vulnerabili e deboli della popolazione. Nell’indagine è coinvolta anche la moglie del “Maestro”, indagata per riciclaggio per il presunto impiego dei proventi illeciti in iniziative economico-imprenditoriali e finanziarie.
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