Arresti domiciliari per un barbiere di Catanzaro per presunto coinvolgimento in attività illecite di prostituzione
CATANZARO, 29 GIU 2023 – Il caso del barbiere di Catanzaro rappresenta un esempio dei vizi privati e delle pubbliche virtù che emergono da persone insospettabili. La vicenda riguarda un individuo di 59 anni, arrestato con l’accusa di sfruttamento della prostituzione, in seguito a un’operazione condotta dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria, su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro.
Induzione, favoreggiamento e tentato e consumato sfruttamento della prostituzione. Queste sono le accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, contro un uomo di 58 anni residente a Catanzaro, Cesare Curcio. Curcio, proprietario di un salone da barbiere e ex guardia di sicurezza presso il tribunale locale, attualmente impiegato come guardia di sicurezza per la Regione Calabria, è stato posto agli arresti domiciliari ieri dai Carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura locale. L’arresto è stato effettuato a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari, Chiara Esposito, su richiesta del procuratore aggiunto Giulia Pantano e dei sostituti procuratori Saverio Sapia e Stefania Caldarelli.
Il barbiere e le accuse legate alla prostituzione
Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dagli inquirenti – che hanno coinvolto attività di osservazione, sorveglianza e intercettazioni telefoniche – sono stati raccolti diversi elementi di prova di colpevolezza a carico del sospettato. Questi elementi di prova riguardano il suo coinvolgimento nella facilitazione della prostituzione nel centro di Catanzaro. Curcio si sarebbe dedicato a questa attività per circa 10 anni, dal 2013 al 2023, operando in due diversi appartamenti situati in Via Fontana Vecchia e Via Vicolo II Indipendenza. Avrebbe sfruttato donne, alcune delle quali sposate e in gravi difficoltà finanziarie, reclutando una stretta cerchia di clienti (principalmente over 50). I clienti frequentavano i due diversi luoghi con cadenza settimanale o bisettimanale, pagando tra i 60 e gli 80 euro per incontro.
Come rivelato nelle conversazioni telefoniche intercettate, alcuni clienti arrivavano persino a pagare 200 o 300 euro a donne consenzienti che si prostituiscono. L’indagine è stata avviata con le intercettazioni telefoniche effettuate nell’ambito di un’altra procedura penale che coinvolgeva l’uso del telefono di Cesare Curcio. Questo ha portato all’avvio di un’indagine separata, ampliando le intercettazioni telefoniche, che hanno scoperto prove incriminanti significative contro il sospettato.
Dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice del Tribunale di Catanzaro emerge chiaramente come Curcio integrasse il suo reddito mensile come barbiere e guardia di sicurezza. Chiedeva un compenso per il suo ruolo di intermediario (essendo lui stesso a organizzare gli incontri tra le donne e i clienti) e riceveva favori in natura dalle donne reclutate da lui per la prostituzione. Si sarebbe anche assicurato che i suoi debiti con un assicuratore – anch’egli cliente delle vittime – venissero saldati. Inoltre, Curcio era accusato di indurre una donna con una disabilità riconosciuta del 65% a prostituirsi, essendo affetta da “depressione maggiore cronica grave”.
Le conversazioni telefoniche
In una conversazione, una donna chiama Curcio per chiedergli di contattare un medico che conosceva al fine di ottenere uno sconto per una visita medica specialistica per sua figlia. Curcio le ricorda i loro incontri sessuali precedenti e le propone di riprendere gli appuntamenti con compensi finanziari garantiti per i servizi sessuali, coinvolgendo anche il suo amico.
La donna accetta e Curcio suggerisce che si incontrino due volte a settimana, stabilendo le condizioni e indicando che l’amico le pagherà 50 euro per il servizio, oltre a 10 euro per le spese di viaggio, e ulteriori 20 euro direttamente a lui per l’utilizzo dell’immobile. L’amico accetta l’offerta e propone di utilizzare il suo credito per saldare il suo debito con Curcio attraverso un risarcimento legato a un’assicurazione sull’auto.
Nel giro di prostituzione donne con difficoltà economiche
Molte delle donne coinvolte nella rete della prostituzione sono vittime vulnerabili che affrontano gravi difficoltà finanziarie. Una delle donne, che ha ammesso di essere stata vittima dello sfruttamento della prostituzione da parte di Curcio, ha rivelato di averlo conosciuto sei anni fa mentre attendeva davanti al tribunale di Catanzaro con un’amica. Curcio si è avvicinato a lei e le ha offerto l’opportunità di “lavorare” per lui. Lei ha accettato la proposta e, durante questo periodo, ha affermato di essere stata coinvolta con circa una decina di uomini diversi che erano organizzati da Curcio in incontri continui, con cadenza quindicinale.
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