Scandalo avvocati a Catanzaro: Pittelli arrestato per mafia, il Procuratore amico toglie l’indagine a De Magistris, ora il figliastro tratto in arresto
Un nuovo scandalo giudiziario scuote l’Italia, mettendo in luce presunti intrecci tra politica, mafia e sistema giudiziario. La recente esposizione di Luigi De Magistris, ex magistrato di spicco, ha riacceso i riflettori su una vicenda tumultuosa che si snoda tra loschi meandri di potere e corruzione.
In un acceso post sui social, De Magistris ha rivelato dettagli inquietanti riguardo a un’indagine delicata che gli fu indebitamente sottratta durante il suo incarico come Procuratore a Catanzaro. L’atto fu perpetrato, secondo le sue dichiarazioni, dal suo stesso Procuratore Capo, in seguito all’invio di una comunicazione di garanzia all’avvocato e amico Giancarlo Pittelli, noto parlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia.
La vicenda, ha subito un’ulteriore evoluzione, con l’arresto di Pittelli, avvenuto dopo oltre dieci anni di impunità, per presunti legami con la mafia nel contesto dell’operazione Rinascita Scott, guidata dal Procuratore Capo Gratteri. Le accuse per le quali Pittelli è finito in manette sembrano coincidere con quelle su cui De Magistris stava indagando, le quali ipotizzavano il suo presunto ruolo di intermediario tra la ‘Ndrangheta e le istituzioni, attraverso oscuri legami massonici. (LEGGI ANCHE Pittelli nel maxi processo Rinascita Scott: «Non sono un collegamento tra mafia e politica»)
Il quadro si complica ulteriormente con l’arresto di Pierpaolo Greco, figliastro legato alla famiglia del Procuratore in carica all’epoca. De Magistris solleva un’amara riflessione sulla sua propria esperienza, denunciando di essere stato trasferito dalla Calabria e messo in una posizione che gli impedisce di esercitare la professione di magistrato in qualunque altra Procura d’Italia. Secondo De Magistris, ciò è stato causato da presunte manovre ordite da un Consiglio Superiore della Magistratura presieduto all’epoca dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che sembrano essere parte di piani oscuri del sistema criminale, miranti a eliminarlo non con proiettili, ma tramite le armi istituzionali.
La triade familiare coinvolta in questo intreccio di eventi – l’arresto di Pittelli per presunti legami con la mafia, il Procuratore che gli protegge sottraendo l’indagine a De Magistris, e ora l’arresto del figliastro – getta luce su un passato di torbide collusioni e su una giustizia distorta, celata dietro una facciata di formalità legali che sembrano essere l’antitesi della vera legalità e giustizia.
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