Processo “Imponimento”: assolti i fratelli Stillitani, trent’anni per Tommaso Anello

Processo, aule di tribunale, sentenza
Processo, aule di tribunale, sentenza

Sentenza Imponimento: assoluzione per i Stillitani, pene severe per il Clan Anello

Il processo “Imponimento”, celebrato con rito ordinario nell’aula bunker di Lamezia Terme, ha portato a una sentenza che vede la condanna di Tommaso Anello a trent’anni di carcere e l’assoluzione dei fratelli Stillitani. L’inchiesta ha riguardato il clan Anello-Fruci di Filadelfia, operante tra le province di Vibo Valentia e Catanzaro.

Assoluzioni e condanne

L’accusa di associazione mafiosa ha retto per Tommaso Anello, presunto vertice della cosca di Filadelfia, mentre è caduta per i fratelli Francescantonio ed Emanuele Stillitani, noti imprenditori e politici. La Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Catanzaro aveva richiesto una pena di 21 anni di reclusione per ciascuno dei due fratelli, ma il Tribunale di Lamezia Terme li ha assolti con formula piena, stabilendo che “il fatto non sussiste” per l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Sono stati inoltre assolti da un secondo capo d’accusa per non aver commesso il fatto, mentre un terzo capo è caduto in prescrizione.

Francescantonio Stillitani, ex assessore regionale ed ex sindaco di Pizzo, ed Emanuele Stillitani, entrambi attivi nel settore turistico, escono quindi puliti da un processo che li vedeva imputati in uno dei più rilevanti casi di criminalità organizzata in Calabria.

Assolto anche Francescantonio Tedesco, ex consigliere comunale di Vibo, per il quale erano stati chiesti 18 anni di reclusione. La Procura aveva invocato una condanna severa per il suo presunto coinvolgimento con la cosca Anello-Fruci, ma anche per lui l’accusa è stata rigettata.

Le condanne confermate

Tommaso Anello, fratello del boss Rocco Anello (già condannato a 20 anni con rito abbreviato), è stato condannato a 30 anni di carcere, come richiesto dalla Procura antimafia. Anello è ritenuto uno dei leader del clan, con un controllo esteso su un vasto territorio tra Vibo Valentia e Catanzaro, specialmente nelle aree del Lametino e delle Preserre. Anche suo figlio, Rocco Anello, è stato condannato in ordinario a 24 anni di reclusione.

Altre condanne includono Giovanni Anello, ex assessore comunale di Polia, che ha ricevuto una pena di 3 anni, notevolmente ridotta rispetto ai 21 anni richiesti dalla Dda. Antonio Facciolo, imprenditore coinvolto nell’inchiesta, è stato condannato a 15 anni, invece dei 26 richiesti dalla Procura.

La sentenza del processo “Imponimento” rappresenta una svolta significativa nella lotta contro la ‘Ndrangheta in Calabria. Le assoluzioni dei fratelli Stillitani, considerati ingiustamente accusati, e le severe condanne inflitte ai membri del clan Anello, segnano un punto importante nella giustizia italiana, confermando il continuo impegno delle istituzioni contro la criminalità organizzata.