Assolto l’ex sindaco di Rosarno Giuseppe Idà

Giuseppe Idà
Giuseppe Idà

Dopo quasi quattro anni dall’arresto nell’ambito dell’operazione Faust, con 49 indagati, il tribunale ha assolto l’ex primo cittadino Giuseppe Idà, accusato di legami con la ‘ndrangheta per ottenere consensi elettorali

Giuseppe Idà, ex sindaco della cittadina calabrese, è stato assolto dalle accuse di scambio elettorale politico-mafioso. La sentenza, arrivata dopo quasi quattro anni, chiude una pagina buia per Rosarno, finita al centro delle cronache nazionali con l’inchiesta denominata Faust.

Il caso esplose il 18 gennaio 2021, quando un’operazione su larga scala condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria portò all’arresto di 49 persone, tra cui lo stesso Idà. L’inchiesta ipotizzava legami tra esponenti politici locali e la criminalità organizzata per favorire consensi elettorali. Accuse pesanti che spinsero il sindaco a dimettersi poco dopo il suo arresto, gettando la città nello scompiglio.

La vicenda di Idà era particolarmente rilevante, non solo per il ruolo istituzionale ricoperto ma anche per l’impatto simbolico del caso, che sembrava confermare la penetrazione delle mafie nelle dinamiche elettorali del territorio. Tuttavia, il processo ha raccontato una storia diversa: il tribunale ha stabilito l’assenza di prove sufficienti a confermare la colpevolezza dell’ex sindaco.

L’assoluzione rappresenta un punto di svolta nella lunga inchiesta, che aveva scatenato un acceso dibattito sulla trasparenza della politica locale e sul rapporto con la ‘ndrangheta. Resta comunque la complessità di un’indagine che ha portato alla luce diverse connessioni illecite e che prosegue per altri imputati coinvolti.

Idà, che nel frattempo ha mantenuto un profilo discreto, ha accolto con sollievo la decisione del tribunale. La sua vicenda personale e politica, segnata da ombre e sospetti, torna ora a un punto di partenza: la possibilità di riabilitarsi davanti alla comunità che aveva servito come primo cittadino.

L’inchiesta Faust continua però a gettare un’ombra lunga su Rosarno e sull’intera Piana di Gioia Tauro, sottolineando quanto sia cruciale la lotta per arginare l’influenza delle mafie nelle istituzioni democratiche.