I genitori del bambino: “Abbiamo trovato professionisti di altissimo livello”
Il 21 luglio tra le acque del mare di Tropea, un bambino di 8 anni di Bergamo, in villeggiatura a Tropea con la famiglia, scivola dal pedalò dopo un’onda improvvisa. Riemerso dall’acqua il bambino non mostra alcuna ferita se non una smorfia di dolore in viso. Rientrati in albergo la madre del bambino si accorge che le urine di suo figlio sono insanguinate.
Da qui la corsa in Ospedale a Tropea, per nulla attrezzato. Il bambino intanto perde i sensi e il padre su indicazione dei medici decide di trasportarlo a Vibo con la sua macchina, poiché non ci sono ambulanze disponibili.
Il padre del bambino chiama il 113 poiché non conosce le strade. Così l’auto che ospita il bambino privo di sensi viene scortata da due pattuglie fino all’Ospedale di Vibo Valentia, allo Jazzolino. Ai sanitari del Pronto Soccorso la situazione appare subito disperata. Il bambino ha un’emorragia interna e bisogna intervenire d’urgenza.
Il bambino viene trasferito in sala operatoria, i genitori sottoposti a tampone risultano positivi e non potranno assistere il figlio dalla sala d’attesa. Al bambino viene asportata milza e rene, alla fine viene dichiarato fuori pericolo.
Da quel brutto incidente sono trascorsi 9 giorni ed i genitori del bambino hanno voluto ringraziare i medici e gli infermieri che, a detta dei genitori del bambino oramai fuori pericolo, sono molto preparati, ad un livello altissimo, sia dal punto di vista professionale che umano, nonostante lavorino in una struttura fatiscente. I genitori del bambino non hanno nascosto la loro paura e diffidenza di affidare il loro bambino alle cure di quell’ospedale non appena hanno visto in che condizioni era la struttura dello Jazzolino di Vibo Valentia.
La madre del piccolo ha voluto affidare ai social la sua gratitudine. “Mio figlio – scrive la donna su Facebook – è stato salvato qui nel vostro umile ospedale. Mio figlio vive grazie al primario della chirurgia e alla sua equipe. In questo reparto abbiamo trovato casa, amici, una famiglia. Qui nostro figlio è stato salvato, curato e coccolato. Vi saremo infinitamente grati”.
E poi ancora la donna su Facebook: “Spero che i medici che lavorano qui a Vibo siano aiutati e che possano lavorare con la tranquillità che meritano, senza l’assillo che qualcosa possa mancare. Investite nelle persone brave che salvano vite”.