Bloccato carico milionario di armi nel porto di Gioia Tauro

Porto di Gioia Tauro
Porto di Gioia Tauro

Operazione internazionale al porto di Gioia Tauro: sequestrato carico milionario di armi partito dalla Cina e diretto a Bengasi, sospetti su collegamenti con Haftar e piani militari russi nel Mediterraneo

Il porto di Gioia Tauro torna a essere un fulcro di traffici internazionali pericolosi. Lo scorso 18 giugno, un’operazione congiunta tra Italia e Stati Uniti ha portato al sequestro di un carico di armi di ingente valore economico, proveniente dalla Cina e diretto in Libia.

Questo intervento rappresenta il secondo grande sequestro nel porto calabrese negli ultimi due anni, dopo quello di droni militari destinati alla Russia nel 2022. Le armi, la cui tipologia non è stata ancora chiaramente identificata ma che potrebbero includere nuovamente droni, sono partite il 30 aprile dal porto di Yantian, un distretto di Shenzhen nel sud della Cina.

Secondo quanto riportato, la nave coinvolta nel traffico illegale è la Msc Arina, un grande mercantile che ha attraccato a Gioia Tauro martedì scorso. Il viaggio della nave ha incluso scali a Singapore, seguito dalla circumnavigazione del Capo di Buona Speranza per evitare il Mar Rosso e il canale di Suez. Nel Mediterraneo, la Msc Arina ha fatto soste a Valencia e Barcellona prima di raggiungere la Calabria.

Una volta giunta a Gioia Tauro, le autorità americane, in collaborazione con gli alleati italiani, hanno ordinato il sequestro del carico di armi. Nonostante il sequestro, la Msc Arina non è stata trattenuta e ha ripreso il mare giovedì. La compagnia di navigazione MSC ha dichiarato di non avere notizie di sequestri di container.

L’operazione si inserisce in un quadro di controlli intensificati dagli Stati Uniti a partire da settembre scorso, dopo un incontro tra Khalifa Haftar, leader della Libia orientale, e il presidente russo Vladimir Putin. Le autorità americane hanno monitorato attentamente le mosse di Haftar, culminando nell’azione a Gioia Tauro.

Gli americani sospettano che il carico fosse destinato a Bengasi, roccaforte di Haftar. Questa città è un punto nevralgico per l’ingresso di armi e miliziani russi in Libia. L’intelligence statunitense ed europea teme che Mosca stia pianificando la costruzione di un porto militare a Tobruk, aumentando così la tensione nel Mediterraneo.