Minacce firmate Brigate Rosse: due politici nel Mirino

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Hacker, reati informatici

Un utente dei social ha lanciato minacce di morte contro due politici locali, firmandosi come membro delle “Brigate Rosse”. Il commento, che iniziava con “L’esercito rivoluzionario ha promulgato sentenza definitiva di morte”, ha subito allertato le autorità.

GIOIA TAURO (RC), 14 GIU 2024 – Le minacce sono apparse su alcuni video di YouTube negli ultimi mesi dello scorso anno, spingendo le vittime a rivolgersi ai Carabinieri per proteggere la propria incolumità. I militari della Stazione di Gioia Tauro si sono immediatamente attivati per rintracciare l’autore dei messaggi minatori, che si nascondeva dietro nickname ambigui contenenti la sigla “KGB”.

I messaggi, alcuni dei quali dichiaravano “Sappiamo dove abiti, cosa mangi, a che ora hai preso il treno” e “Sarà eseguita la sentenza di morte da parte del plotone di esecuzione proletario”, sono stati rapidamente rimossi. Tuttavia, gli investigatori sono riusciti a identificare l’autore prima che i contenuti venissero cancellati.

Le minacce, firmate “BR – PCC” e “NBR” (Nuove Brigate Rosse), ricordano tristemente gli anni in cui figure dello Stato sono cadute vittime di attentati. La specificità dei luoghi menzionati nei messaggi ha spinto gli investigatori a non sottovalutare il pericolo, attivando tutte le piste investigative possibili.

Per affrontare il caso, è stato coinvolto il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, il cui personale altamente specializzato ha condotto le indagini approfondite. Grazie al loro intervento, l’autore è stato identificato come un cittadino italiano residente in Trentino-Alto Adige. Gli accertamenti hanno permesso di escludere, con ragionevole certezza, qualsiasi collegamento con ambienti eversivi, attribuendo il gesto all’iniziativa isolata del singolo individuo.

Questo episodio evidenzia l’importanza crescente dei reati informatici in un’era dominata dai social media e pone l’accento sulle gravi conseguenze che possono derivare da dichiarazioni fatte nel mondo virtuale. Le forze dell’ordine, consapevoli della crescente minaccia, si aggiornano costantemente per affrontare tali crimini con efficacia.

È fondamentale ricordare che il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari e, in conformità con il principio costituzionale, l’imputato è considerato innocente fino a prova contraria.

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