Calabria, storia di due bambini dimenticati dallo Stato

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Da ben sei anni, due bambini sono stati privati del sostegno economico previsto dalla legge per i figli di genitori in carcere.

I genitori dei ragazzini sono detenuti dal 2014. Vista la drammaticità della situazione, i nonni li hanno voluti prendere in cura, anche per evitare che andassero in famiglie estranee alla loro. Essi li accudiscono amorevolmente, anche perché, nonostante la vicenda, sono persone perbene e stanno facendo di tutto affinché crescano nei migliori dei modi.

L’anziana coppia li ha avuti in affidamento con provvedimento del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, nel 2015. In Italia esiste una legge sull’affido (n.184/83 e art. 5 n. 149/2001) secondo la quale la famiglia affidataria riceve un sostentamento per la cura dei minori. Purtroppo, come succede quasi sempre nel nostro Paese: i soggetti più deboli pagano spesso le distorsioni della burocrazia. In questo caso, i bimbi sono vittime dei peccati dei genitori.

I parenti dei bambini li stanno curando al fine di garantire loro una vita dignitosa. Ma un supporto economico è importante affinché non manchi loro la possibilità di potere avere le stesse opportunità dei loro coetanei; come è facile intuire, crescere due bambini è un compito gravoso, soprattutto di questi tempi. A ciò si aggiunge, un contesto come quello calabrese e una “macchia” che potrebbe discriminare due ragazzi ancora da formare.

A interessarsi della vicenda, c’è l’ex deputata radicale Rita Bernardini. Il suo nome è legato al Partito Radicale quale membro del Consiglio Generale del Partito Radicale e Presidente di Nessuno Tocchi Caino.

Rita Bernardini ha preso a cuore la vicenda…

e ha pubblicato una nota nella sua pagina Facebook:

Genitori in #carcere: Minori da sei anni affidati ai nonni privati del sostegno economico previsto per legge. Succede in Calabria. Lettera alla Presidente della Regione Jole Santelli.Ne avevo già parlato su #Huffingtonpost e ne aveva scritto Mattia Feltri su #LaStampa.

Rita Bernardini ha anche indirizzato una lettera la Presidente della regione Calabria, Jole Santelli, per sensibilizzarla circa la vicenda della quale si era già occupata in passato.

Il corpo della lettera indirizzata alla Regione Calabria

“Egregia On.le Jole Santelli,

scrivo a Lei nella speranza di venire presto a capo di una vicenda che mi ha molto colpito perché riguarda due minori e i loro nonni, che li hanno avuti in affidamento fin dal 30 luglio 2014 con provvedimento prima dei Carabinieri e successivamente, in data 11 febbraio 2015, del Tribunale dei Minori di Reggio Calabria.

L’affidamento della bambina (all’epoca, di anni 10) e del ragazzo (all’epoca, di anni 13) ai nonni materni, è stato deciso dagli organi competenti a seguito dell’arresto dei genitori dei minori, avvenuto il 30 luglio 2014.

Accade che, nonostante siano passati quasi sei anni e che la responsabilità dell’affido sia ancora in atto, ai nonni dei ragazzi non è stato mai riconosciuto il contributo previsto sia dalla normativa nazionale che da quella della Regione Calabria. Si tratta di una legislazione sacrosanta che aiuta i minori in momenti difficili della loro vita come è certamente quello della carcerazione dei propri genitori, aiuto previsto espressamente dalla legge n. 149/2001 (art.5). In tutti questi anni i due ragazzi, oggi liceali, sono stati amorevolmente accuditi dai nonni che hanno provveduto alla loro educazione, istruzione e mantenimento, facendo notevoli sacrifici economici anche per portarli a visitare in carcere i genitori che i due ragazzi considerano “come figure fondamentali di riferimento e dei quali attendono il ritorno a casa” (così si legge nel provvedimento di affido del Tribunale dei Minori).

Non è questa la sede per me di individuare e indicare i responsabili di questi sei anni trascorsi senza alcun supporto economico che, per legge, prescinde dalle condizioni economiche della famiglia affidataria. Aggiungo però che il nonno dei ragazzi è un impiegato amministrativo che per ben due volte è dovuto ricorrere a prestiti per far fronte alle spese di mantenimento dei minori e della sua famiglia. Nonno che, nonostante gli innumerevoli solleciti ai Servizi sociali del Comune di Rosarno, si è visto procrastinare all’infinito quanto gli era e gli è dovuto.

Vorrei, con molta semplicità, chiedere a Lei, Presidente Santelli, se con l’autorevolezza e le capacità che Le sono proprie (che personalmente ho potuto apprezzare quando sia io che Lei abbiamo fatto parte della Camera dei Deputati), si possa venire a capo in tempi rapidi di questa triste vicenda per la quale sono pronta ad intraprendere un’iniziativa nonviolenta di sciopero della fame che mi auguro di tutto cuore non sia necessaria. Marco Pannella mi ha insegnato che, quando sono in discussione diritti umani fondamentali, la nonviolenza richiede a ciascuno di noi di non tirarsi indietro. E qui sono in gioco i diritti dei minori riconosciuti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989, che l’Italia ha ratificato nel 1991. In attesa di un Suo riscontro, Le porgo i miei più sentiti saluti”.

Rita Bernardini Partito Radicale 800 x 534

Per i bambini un diritto che è anche un dovere

La lettera è stata inviata anche al Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, alla Regione Calabria – Dipartimento n°7 Sviluppo Economico, Lavoro, Formazione e Politiche Sociali, alla Procura della Repubblica c/o Tribunale per i Minorenni, al Sindaco e ai Servizi Sociali del Comune di Rosarno.

I genitori dei bambini furono arrestati nel luglio del 2014, pare per una storia legata alla ‘ndrangheta. Usciranno dal carcere nel 2022, mancano quindi ancora due anni in cui le spese dovranno essere sostenute.

Nel frattempo, a chi tocca il compito di educarli e di accudirli nella vita di tutti i giorni si è visto costretto a contattare un’associazione per vedere riconosciuto un diritto a oggi negato.

Leggi un nostro articolo sul carcere di Siano a Catanzaro visitato da Rita Bernardini