Concerto di musica lirica e napoletana al carcere di Catanzaro
CATANZARO, 21 NOV 2015 – Il concerto “Musica e Parole (la musica oltre le sbarre)” che si è svolto oggi pomeriggio presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro è stato un evento emozionante e coinvolgente, che ha visto la partecipazione di tre bravi artisti catanzaresi: Fernanda Iiritano (soprano), Daniele Tommaso Mellace (baritono) e Diego Smiraglio (chitarra). L’organizzatore del concerto, Mario Sei, è un assistente volontario di concerto che ha collaborato con il Direttore della struttura Angela Paravati per portare la musica oltre le sbarre.
Iniziative come il concerto “Musica e Parole (la musica oltre le sbarre)” che si svolgono nelle carceri rappresentano un’opportunità unica per i chiusi di vivere esperienze culturali e artistiche che altrimenti sarebbero fuori dalla loro portata. Ho sempre ritenuto che la cultura e l’arte siano strumenti fondamentali per la riabilitazione e il reinserimento sociale dei detenuti, in quanto consentono loro di esprimere se stessi e di riflettere sulla propria condizione, sulle proprie scelte e sulle proprie responsabilità.
Il concerto a cui ho assistito mi ha profondamente emozionato e coinvolto, in quanto ho potuto vedere la passione e l’impegno degli artisti coinvolti e la reazione entusiasta dei invitati presenti. Ho potuto anche toccare con mano come la musica abbia il potere di unire le persone e di superare ogni barriera, sociale, culturale e persino fisica.
Iniziative come questa, organizzate da associazioni, volontari o dalle istituzioni stesse, sono quindi estremamente importanti e andrebbero sostenute e incoraggiate. Credo che sia nostro dovere, come società, offrire opportunità di crescita culturale e artistica a tutti, compresi coloro che, per vari motivi, si trovano in situazioni di difficoltà. Solo così potremo costruire un mondo più giusto e solidale, in cui la cultura e l’arte siano considerati diritti universali.
Il concerto al carcere
Il concerto ha avuto come tema centrale la narrazione della storia di un uomo, ricco e potente, che viene privato della sua libertà e costretto a vivere isolato su un’isola. La voce narrante di Davide, uno dei detenuti-attori che partecipa al laboratorio teatrale di Mario Sei, ha permesso ai presenti di seguire il percorso interiore di questo uomo, che piano piano comincia ad apprezzare la vita ea comprendere il valore vero delle cose.
La musica è stata il mezzo attraverso cui questo percorso interiore è stato rappresentato. I brani eseguiti dai tre artisti sono stati scelti con cura per accompagnare la narrazione e creare un’atmosfera coinvolgente. Si sono alternati brani di Schubert e melodie napoletane come “Quando spunta la luna a mare chiaro”, “Torna a Surriento”, “I Te vurrìa vasà” e “O Sole Mio”, eseguiti con maestria dai protagonisti della serata.
Ma è stato soprattutto il Maestro Diego Smiraglio a distinguersi per le sue esecuzioni perfette di brani di M. Carcassi, G. Legnani, L. Brower e N. Coste. La sua chitarra ha accompagnato la voce dei cantanti e ha saputo creare atmosfere suggestive che hanno catturato l’attenzione del pubblico presente.
La Musica come strumento per “evadere” dalla realtà quotidiana
Il concerto ha avuto un grande impatto sui detenuti che hanno partecipato. La musica è stata per loro un modo per evadere dalla loro realtà quotidiana e per apprezzare le qualità artistiche dei protagonisti. In un contesto come quello della Casa Circondariale “Ugo Caridi”, dove la musica di questo tipo difficilmente arriva, il concerto è stato un evento straordinario che ha saputo regalare emozioni e speranza a tutti i presenti.
La musica ha infatti rappresentato la luce, la speranza, la vita e la libertà per chi vive in carcere. O sole mio è stato il brano che ha concluso il concerto, rappresentando la luce che può rischiarare anche il contesto più buio e la speranza che può accompagnarci sempre, anche nei momenti più difficili. In conclusione, il concerto “Musica e Parole (la musica oltre le sbarre)” è stato un evento straordinario che ha saputo regalare emozioni e speranza a tutti i presenti.