Durante la puntata di “Di Martedì” – su la7 – è intervenuto Pietro Orlandi ovviamente sul caso della sorella Emanuela.
A un certo punto dell’intervista, il giornalista e conduttore Giovanni Floris ha fatto ascoltare un audio in cui ci sono delle accuse molto pesanti nei confronti di Papa Giovanni Paolo II. Wojtyla sarebbe quindi responsabile, secondo il contenuto audio, della scomparsa di Emanuela Orlandi avvenuta 40 anni fa.
Si tratta di una registrazione audio che lo stesso Pietro Orlandi avrebbe consegnato alle autorità vaticane che recentemente ha avuto un’apertura per fare chiarezza sul caso.
A parlare è un uomo che conosce bene la banda della Magliana e fa esplicito riferimento al ruolo del boss Enrico De Pedis, detto Renatino. Da sottolineare che la tomba di quest’ultimo era stata allestita nella basilica romana di Sant’Apollinare “sepolto lì per grazia ricevuta“, come afferma l’uomo. Successivamente, lancia pesantissime accuse su Karlo Woytyla, papa Giovanni Paolo II, sebbene l’audio trasmesso in TV avesse diversi beep per coprire nomi e fatti gravissimi.
Orlandi ha raccontato che nel file originale è chiaro a cosa ci si fa riferimento e aggiunge: “Si sente anche come lo chiamavano in Vaticano“.
“Papa Giovanni Paolo II se le portava in Vaticano quelle, era una situazione insostenibile. E così il Segretario di Stato a un certo punto è intervenuto decidendo di toglierle di mezzo. E si è rivolto a persone dell’ambiente carcerario“, dice l’uomo nella testimonianza audio.
“Mi dicono che Wojtyla ogni tanto la sera usciva con due Monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case” aggiunge ancora Pietro Orlandi che richiama gli inquirenti, vaticani e italiani, ad approfondire e a risentire testimoni.
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