Operazione Billboards: 11 indagati per bancarotta fraudolenta, sequestrati 1200 spazi pubblicitari dal valore di oltre 800mila euro
La Guardia di Finanza di Catanzaro e la Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura hanno eseguito un’ordinanza emessa dal GIP presso il Tribunale di Catanzaro nei confronti di un imprenditore residente in provincia di Milano e di altri cinque indagati. L’ordinanza prevede la misura cautelare degli arresti domiciliari e il divieto di esercitare attività d’impresa per un anno. Inoltre, sono stati sequestrati circa 1.200 spazi pubblicitari (cartellonistica stradale) dislocati in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Sardegna, del valore di oltre 800.000 euro.
La Procura della Repubblica di Catanzaro ha coordinato le indagini che hanno portato a ipotizzare la sussistenza di gravi fatti di bancarotta fraudolenta per distrazione, a seguito del fallimento nel 2018 di una società che inizialmente aveva sede a Milano e poi fu trasferita presso lo studio di un commercialista di Soverato nel 2015.
Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero architettato un “disegno criminoso” volto a spogliare la società fallita del suo patrimonio, attraverso “cessioni” apparenti di beni durante la fase liquidatoria e pre-liquidatoria, solo in parte seguite da adeguato corrispettivo, a favore di tre soggetti giuridici, operanti nel settore commerciale della pubblicità e riconducibili ai medesimi assetti proprietari.
Questi fatti di bancarotta hanno causato danni considerevoli ai creditori della società fallita, che presentava debiti ingenti, pari a circa 8,5 milioni di euro, principalmente verso l’Erario, all’atto della liquidazione.
La società operava su tutto il territorio nazionale attraverso l’impianto di piloni comprensivi di cartelli di sua proprietà, impiegando inizialmente 65 dipendenti, ma questo numero è diminuito a partire dal 2014. Nel corso di quell’anno, la società aveva un valore di immobilizzazioni materiali di circa 909mila euro, tra cui due box a Milano, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali. L’anno successivo, nel 2015, la società è stata posta in liquidazione e tutte le cariche sono decadute.
Durante le indagini, si è ipotizzata la distrazione dell’avviamento e della clientela della società fallita per un valore di 2.546.103 euro, ovvero il volume d’affari dell’anno 2014 non rinvenuto all’atto della liquidazione. La ricostruzione dei fatti ha evidenziato la dissipazione e distrazione di parte dell’importo stabilito, per la somma di 240mila euro, in favore di un’altra azienda che si occupava di progettazione e realizzazione di cartellonistica pubblicitaria in Sardegna. Questa operazione ha riguardato 175 impianti pubblicitari collocati in Sardegna e oggetto di una formale operazione di vendita.
L’acquirente non ha mai pagato l’importo stabilito, ma ha ottenuto la disponibilità degli impianti. Questo ha portato all’accusa di bancarotta fraudolenta, contestata ai vari indagati che, così operando, avrebbero causato il fallimento della società Pubblidue e un’esposizione debitoria nei confronti dell’erario che può dirsi mostruosa.
Ill procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è ancora nella fase delle indagini preliminari. È importante che i tribunali applichino sanzioni severe per scoraggiare simili comportamenti illegali, poiché questi casi di frode e bancarotta rappresentano una seria minaccia per l’economia del Paese.
In conclusione, l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Catanzaro e dalla Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura ha portato alla luce un caso di bancarotta fraudolenta per distrazione, causata da un disegno criminoso volto a spogliare la società fallita del suo patrimonio. La Guardia di Finanza continuerà a monitorare e ad agire per prevenire tali crimini, mentre il procedimento giudiziario contro gli indagati proseguirà nelle prossime fasi delle indagini.