Catanzaro: 16 misure di sorveglianza speciale contro maltrattamenti

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Sedici provvedimenti di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza sono stati emessi dal Tribunale di Catanzaro nei confronti di persone accusate di maltrattamenti e atti persecutori

Il Tribunale di Catanzaro, nella sua Seconda Sezione Penale, ha emesso sedici misure di Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza su proposta del Questore della città. Le misure, che riguardano persone residenti a Catanzaro e in altri comuni della provincia, sono il risultato di un’attenta attività investigativa condotta dalla Divisione Polizia Anticrimine. Gli individui destinatari dei provvedimenti sono accusati di gravi crimini, tra cui atti persecutori e maltrattamenti nei confronti di familiari o conviventi.

La Sorveglianza Speciale, una misura preventiva di sicurezza prevista dal Decreto Legislativo 159/2011, viene applicata per tutelare le vittime di condotte maltrattanti o persecutorie. Il Questore, quale Autorità provinciale di Pubblica Sicurezza, può proporre al Tribunale questa misura per un periodo che va da un minimo di un anno a un massimo di cinque. Le misure possono essere accompagnate da specifiche prescrizioni, come il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte offesa, l’obbligo di allontanarsi immediatamente se ci si dovesse incontrare, e il divieto di comunicare con la vittima tramite telefonate, messaggi o lettere.

Dei sedici provvedimenti emessi, tredici sono stati disposti nel primo semestre del 2024, mentre tre sono stati adottati nel mese di novembre. Le persone coinvolte sono principalmente uomini (quindici italiani e un cittadino straniero), provenienti da Catanzaro e dai comuni limitrofi. A ciascuno di loro è stato imposto un insieme di obblighi, tra cui il divieto di avvicinamento alla vittima e ai luoghi che questa frequenta. Inoltre, sono stati ritirati i documenti di identità validi per l’espatrio, con l’intento di ridurre il rischio di fuga.

Le misure di Sorveglianza Speciale sono state applicate a otto individui accusati di maltrattamenti familiari. Le pene variano da un anno a tre anni di sorveglianza, e tra i soggetti colpiti ci sono uomini di diverse età, da un 68enne a un 41enne. A tre di questi è stato imposto anche l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza, con pene che spaziano da uno a due anni e mezzo.

Parallelamente, sono state adottate altre otto misure per atti persecutori, che riguardano soggetti accusati di comportamenti di stalking, con pene che variano tra i due e i tre anni. Tra i destinatari di queste misure c’è anche un uomo di 47 anni, a cui è stato applicato, oltre alla Sorveglianza Speciale, il braccialetto elettronico, una misura aggiuntiva che permette un monitoraggio continuo.

Le condotte criminose per le quali sono stati emessi i provvedimenti riguardano principalmente comportamenti ripetuti nel tempo, spesso in ambito familiare o al termine di relazioni sentimentali. In alcuni casi, le vittime di maltrattamenti e persecuzioni sono anche bambini in tenera età, coinvolti nei conflitti familiari. Questo evidenzia l’alto livello di vulnerabilità di chi subisce tali violenze.

La Polizia di Stato, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza della denuncia da parte delle vittime di maltrattamenti e violenze. È fondamentale che le persone che subiscono vessazioni, anche dopo aver già denunciato atti di violenza, continuino a segnalare eventuali nuovi episodi di abuso. Le denunce successive, infatti, potrebbero essere indicativi di una persistente pericolosità sociale da parte degli autori di queste azioni, e permettere di prevenire ulteriori atti criminosi.

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