Sono le 11:15 circa quando alla Centrale Operativa del Comando Provinciale dei Carabinieri di Catanzaro giunge la notizia che era appena stata perpetrata una rapina presso il Banco di Napoli di Via Tommaso Campanella.
L’operatore, presi primi dati, allerta tutte le pattuglie disseminate sul territorio.
Si ricercano due individui, non locali, che, poco prima, armati di un taglierino, erano entrati in filiale e si erano fatti consegnare poche decine di euro (58 per l’esattezza) fuggendo a piedi per le vie circostanti.
Uno era ben vestito, l’altro indossava una parrucca da donna di colore nero.
Le pattuglie dell’Arma, fatte convergere anche dai paesi intorno al capoluogo, si mettono alla ricerca dei fuggitivi, alcune verso Nord, altre verso Sud.
Intorno alle 11:30 la pattuglia capeggiata dal Comandante della Stazione di Pentone, mentre percorreva via Lombardi, nota quattro persone sospette armeggiare vicino a due autovetture, una Panda e una Peugeot.
I militari dunque si avvicinano all’area ma i quattro montano repentinamente a bordo della Peugeot.
Ne scaturisce un rocambolesco inseguimento condotto dai militari, per qualche centinaia di metri, a sirene spiegate, convinti che i fuggitivi fossero in qualche modo coinvolti nella rapina appena perpetrata. Giunti al punto in cui via Lombardi incrocia con via Giacchino Da Fiore, i militari, grazie anche all’intervento di un poliziotto libero dal servizio che, uditi i segnali acustici aveva intuito quanto stava accadendo e aveva dunque ostruito la strada con la propria autovettura privata, bloccavano i fuggitivi e li assicuravano alla giustizia.
Nella circostanza gli stessi venivano sottoposti a perquisizione personale e veicolare rinvenendo in loro possesso strumenti atti allo scasso (pinze, spadini e chiavi alterate) nonché una centralina elettronica. Poco dopo si accertava che i predetti non erano coinvolti in alcun modo nella rapina ma si erano bensì resi responsabili del tentato furto della Fiat Panda menzionata, nei pressi della quale, veniva rinvenuta un’ulteriore centralina verosimilmente utilizzata per il compimento del crimine.
Gli arrestati, oltre al tentato furto aggravato dell’auto, nel frattempo affidata all’incredula legittima proprietaria, dovranno rispondere anche dei reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
Gli stessi, identificati in PASSALACQUA Antonio, BEVILACQUA Francesco, VENEZIANO Damiano e RUSSO Alfonso, tutti con precedenti specifici, sono stati ristretti presso le proprie abitazioni della zona sud del capoluogo, in regime di arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida.
Proseguono le indagini per risalire agli autori della rapina che, condotta con modalità improvvisate, non appare opera di professionisti quanto di presunti tossicodipendenti.