Catanzaro: gli arrestati sono accusati di svariati crimini, inclusi atti incendiari, estorsioni a imprenditori edili, boschivi ed eolici, tentativi di importazione di droga dalla Bulgaria e furti in abitazione.
La vasta operazione di questa mattina a Catanzaro ha coinvolto ben 22 indagati, tutti accusati di gravi reati, tra cui associazione di tipo mafioso armata, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, reati legati alle armi, detenzione e traffico illecito di stupefacenti, nonché ricettazione, sequestro di persona, furto in abitazione e danneggiamento seguito da incendio. (ECCO I NOMI DELLE PERSONE COINVOLTE)
Di questi, 19 sono stati tratti in arresto e destinati alla custodia cautelare in carcere, mentre altri 3 sono stati posti agli arresti domiciliari. L’indagine, condotta con meticolosa precisione dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, ha impiegato varie tecniche investigative, servizi sul campo e analisi delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, tutte corroborate da riscontri appropriati.
Le indagini hanno permesso di delineare la persistenza delle attività criminali delle cosche di ‘ndrangheta, con epicentro nei territori di Vallefiorita, Amaroni, Palermiti, Squillace e Roccelletta di Borgia. Non solo: le cosche sono risultate attive anche nelle aree industriali di San Floro e Germaneto di Catanzaro, controllando con ferreo dominio il panorama criminale dei territori contigui.
La gravità degli indizi raccolti, frutto di approfondite investigazioni, ha svelato l’attuale organigramma delle due cosche, influenzate dalle locali di ‘ndrangheta di Cutro e Isola Capo Rizzuto. Gli indagati sono accusati di svariati crimini, inclusi atti incendiari, estorsioni a imprenditori edili, boschivi ed eolici, tentativi di importazione di droga dalla Bulgaria e furti in abitazione.
L’ordinanza cautelare ha messo in luce dettagli scottanti, tra cui la partecipazione a una cosca di ‘ndrangheta di Roccelletta di Borgia da parte di due imprenditori operanti nel settore edile e il coinvolgimento esterno alla cosca di Vallefiorita di due imprenditori, di cui uno attivo nella gestione dei rifiuti e campo oleario, e l’altro nel settore turistico e della ristorazione.
Il procedimento penale per le accuse ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari, un passo cruciale che richiede ulteriori approfondimenti nel contraddittorio con la difesa. L’operazione rappresenta un duro colpo inflitto alla ‘Ndrangheta e testimonia l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrastare il crimine organizzato, preservando la sicurezza e la legalità nella regione.
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