Si è svolta ieri mattina l’inaugurazione della prima Scuola di Morzello catanzarese organizzata dall’Antica Congrega Tre Colli. A distanza di un anno dall’ultima iniziativa dell’associazione, la targa dedicata alle putiche catanzaresi, il morzello torna a essere protagonista di un’altra pagina della città.
L’evento si è svolto presso il complesso monumentale di San Giovanni, a Catanzaro; sede anche dei prossimi incontri con gli allievi che frequenteranno il corso nei mesi a seguire.
Alla giornata inaugurale sono stati presenti autorità locali e regionali legati al territorio calabrese e soprattutto a quello catanzarese.
In particolare, gli assessori alla Cultura ed alle Attività economiche, Donatella Monteverdi ed Antonio Borelli, si sono complimentati per l’iniziativa affermando di volere sostenere in futuro ciò a lei legata. Oltre agli esponenti della Regione Calabria e della Camera di Commercio, è intervenuto anche il nuovo presidente della Provincia, Amedeo Mormile.
Presente anche il professore Stefano Alcaro, docente presso l’università “Magna Grecia” di Catanzaro, e socio ormai storico della stessa associazione.
Tra i partecipanti, ci sono stati anche Salvatore Talarico e l’attore dialettale Enzo Colacino. Talarico è il titolare di forse l’ultima “putica” di Catanzaro: osterie tipiche ormai scomparse dalla città. Enzo Colacino si è presentato vestito da Giangurgolo, che è la maschera tipica di Catanzaro. “Giangurgolo” ha allietato i presenti con la sua ironia, sempre di spessore, leggendo una poesia di Achille Curcio in dialetto catanzarese, dedicata proprio al morzello di una storica putica di Catanzaro.
Il morzello cibo catalizzatore di sentimenti e simbolo della fatica
‘U morzeddhu, per usare il vero nome della pietanza piccante, è – non solo un piatto tipico di Catanzaro -ma è un elemento identificativo della cultura e della storia della città. Mantenere la antica tradizione della lunga preparazione del morzello significa preservare l’identità di una intera comunità.
Durante la conferenza stampa che si è conclusa dopo circa tre ore, si è parlato soprattutto di questa necessità. Il non perdere il valore storico e gastronomico di un piatto che potrebbe diventare anche il volano di un futuro prossimo della città e della stessa regione Calabria.
Al pari del famoso lampredotto toscano e il pane con la meuza siciliano, il morzello con la pitta potrebbe entrare di diritto tra le pietanze identificative di una intera regione.
A proposito di questo, durante la conferenza stampa si è detto che nel 2023 la pitta catanzarese verrà promossa prodotto IGP, “Indicazione Geografica Protetta” e il morzello potrebbe diventare uno dei MID calabresi, “marcatori identitari distintivi”.
L’aula dedicata a George Gissing era gremita di gente e questo dimostra l’interesse dei catanzaresi per questa iniziativa che potrebbe essere anticipatoria di altri eventi atti a valorizzare la città e le sue tradizioni.
Alla fine della giornata dedicata alla scuola, un noto bar della città ha presentato il gelato al morzello (con sopra due pezzi decorativi di pitta) dimostrando che gastronomia significa anche un ampio progetto del cibo rivolto al futuro.
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articolo Ansa