Catanzaro, la convenzione con il conservatorio “Tchaikovsky” è la scelta più giusta?

Conservatorio di musica

Da qualche mese a questa parte, dopo un periodo difficile, a Catanzaro si è tornati a parlare di musica. Per di più, di quella musica che appartiene a tutti quei giovani che, pur di coltivare il proprio talento, hanno dovuto macinare chilometri su chilometri. Ciò perché, negli anni, la città capoluogo di regione, non ha mai pensato ad un’istituzione musicale che non fosse una sede distaccata di un’altra città.

Questa ventata musicale è arrivata grazie alla convenzione stipulata tra comune, Fondazione Politeama e Conservatorio “Tchaikovsky” di Nocera Terinese. Inoltre, il comune giorno 9 febbraio, nella persona del sindaco Sergio Abramo, ha annunciato la concessione a quest’ultimo dell’ex Istituto Rossi.

I pro e i contro di questa scelta

Di certo, riportare lo studio della musica in città, è la cosa più importante che l’amministrazione comunale sia riuscita a fare ma, come in tutte le cose, vi sono pro e contro. Infatti, nonostante dietro questa decisione ci sia prevalentemente un bene per le casse del comune, non vale lo stesso discorso per le famiglie. Per di più, essendo il Conservatorio “Tchaikovsky” un’istituzione privata, i costi da sostenere sono più alti e, nell’economia familiare, questo non è un fattore da sottovalutare. Perciò non è sicuro che “la fuga di cervelli” potrà essere del tutto colmata. Un altro problema prevalentemente didattico è che, essendoci il rischio di un non rinnovo di convenzione, gli allievi potrebbero essere costretti a trasferimenti che non giovano alla continuità nell’apprendimento.

Perché non pensare ad un proprio conservatorio statale?

Per ciò che è emerso dall’analisi dei pro e dei contro, sarebbe importante pensare ad un conservatorio che abbia sede principale e fissa a Catanzaro. Sarebbe un modo per dare quella continuità didattica che negli ultimi anni non vi è mai stata e per dare lustro, anche attraverso la musica, ad una città che sta vivendo un momento di crisi generale. Per di più, questa scelta darebbe a tutti la possibilità di poter coltivare la propria passione e non permetterebbe che questo tipo di studi diventi sempre più d’elitè.