La notizia bomba è esplosa proprio oggi. Una nota ANSA rende noto il sequestro del Ponte Morandi di Catanzaro perché per la sua manutenzione sarebbero stati usati del materiali scadenti. Il sospetto è che nell’appalto ci siano la ‘ndrangheta e persone conniventi.
La Procura di Catanzaro ha emanato un provvedimento al fine di svolgere ulteriori accertamenti di natura tecnica. Sequestrata la galleria del Sansinato per avere maggiori informazioni circa gli accertamenti. La galleria collega la strada “dei due mari” a Catanzaro e alla autostrada.
Il viadotto Morandi, conosciuto anche come viadotto Bisantis, costituisce una importante arteria della città poiché collega la periferia di Catanzaro al centro storico e ad altri punti nevralgici del capoluogo di regione.
Ponte Morandi: i nomi degli indagati
In seguito alle indagini, attualmente, ci sono quattro persone agli arresti e due interdizioni.
Le accuse sono gravissime ed è stato disposto il sequestro di tre società di costruzione per oltre 200.000 euro.
L’operazione chiamata “Brooklyn” ha identificato le persone responsabili le cui accuse sarebbero: corruzione, auto riciclaggio, frode in pubbliche forniture, truffa.
Le indagini della Guardia di Finanza hanno individuato due imprenditori operanti nel settore delle costruzioni e dei grandi lavori grandi. Si tratterebbe dei fratelli Eugenio e Sebastiano Sgromo.
Due società sarebbero state intestate a una collaboratrice – Rosa Cavaliere – che però avrebbe avuto solo una gestione fittizia. Nella sostanza, la gestione di fatto delle due società sarebbe stata effettuata direttamente dagli Sgromo, sicuramente consapevoli dei rischi penali.
Società fittizie e corruzione
La Tank Srl di Cavaliere si è aggiudicata i lavori di manutenzione straordinaria del Ponte Morandi e di altri interventi sulla strada cosidetta “dei due mari”.
Gli imprenditori Sgromo, avendo dei problemi finanziari, avrebbero utilizzato del materiale scadente per i lavori, per risparmiare sui costi. Complici sia il direttore dei lavori – il geometra Gaetano Curcio – sia l’ingegnere dell’ANAS – Silvio Baudi -.
I due imprenditori erano già noti alla procura per l’inchiesta di Gratteri chiamata “Basso profilo”. Tra gli arrestati ci sarebbe anche un ispettore della guardia di Finanza: Michele Marinaro già coinvolto nel processo di “Rinascita Scott”. Il militare avrebbe avuto il ruolo di informatore sulle indagini in corso.
Marinaro è indagato per corruzione in atti giudiziari e rivelazione di segreto d’ufficio per fatti commessi quando era in servizio presso la Direzione investigativa antimafia di Catanzaro.
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Il sito della Procura di Catanzaro