Oggi, 1 ottobre, l’Unione Sindacale di Base, USB, sarà presente a Catanzaro con i propri dirigenti e i propri avvocati per rivendicare dignità e giustizia anche nel processo d’appello per Soumaila Sacko, il suo attivista barbaramente ucciso il 2 giugno 2018 da Antonino Pontoriero, condannato in primo grado a 22 anni di carcere per omicidio volontario.
Soumaila quel giorno, come in tutte le altre sue iniziative, si stava prodigando per cercare materiali, lamiere metalliche, per aiutare i suoi compagni di lavoro e gli altri abitanti del ghetto di San Ferdinando, mettendo in sicurezza quelle baracche periodicamente distrutte da incendi.
Sono passati più di tre anni dall’omicidio e, nonostante i vari governi che si sono succeduti abbiano sbandierato ai quattro venti un intervento definitivo per il superamento delle baraccopoli, la situazione è rimasta immutata.
Non serve la periodica convocazione del Tavolo sul Caporalato, se le risorse impegnate si perdono nei labirinti dell’assistenzialismo. Nel 2021 sono ancora lì le baraccopoli e le tendopoli in Calabria, i ghetti in Puglia, le abitazioni di fortuna della Fascia Trasformata in Sicilia, i containers a Saluzzo, i super affollamenti abitativi provocati dal razzismo esistente, che spesso nega il contratto di affitto ai lavoratori migranti!
Non sono servite sanatorie e regolarizzazioni, se lo stesso Stato che emana le leggi è il primo trasgressore delle leggi stesse!
L’Unione Sindacale di Base con la presenza al processo d’appello intende manifestare la propria indignazione per una politica governativa, discriminante e punitiva nei confronti dei migranti, che invece si dimostra spesso indulgente e superficiale nei confronti di imprenditori e aziende abituate ormai alla violazione quotidiana dei diritti sociali e lavorativi.
Occorre subito attuare la regolarizzazione di tutti i lavoratori migranti, produttori di ricchezza per gli imprenditori italiani.