Le porte della Casa di reclusione di Rossano, in provincia di Cosenza, si apriranno per accogliere il Cesare Battisti. L’ex terrorista e scrittore lascerà il carcere di Oristano poiché non vi è un circuito di “alta sicurezza”.
Il terrorista dei “proletari armati per il comunismo” è agli arresti in Italia dal gennaio del 2019. La sua latitanza è durata 37 anni e recentemente è stato in cronaca per le accese proteste e per lo sciopero della fame.
“Il sequestro è iniziato in Bolivia e continua oggi nell’isola di Sardegna. Sono ostaggio dell’esecutivo e del governo e per tanto mi sento, oltre che un prigioniero politico, prigioniero di una sporca guerra tra lo Stato e la lotta armata e no“.
“La guerra delle istituzioni nei miei confronti si manifesta con un isolamento illegittimo e una classificazione (il regime di alta sorveglianza, ndr) retroattiva di 40 anni“.
La richiesta non evasa dell’avvocato di Cesare Battisti
Cesare Battisti è stato tenuto in isolamento per sei mesi nel carcere di Oristano, come previsto dai provvedimenti giudiziari con cui ha subito la condanna. La legge però prevede per i terroristi il regime penitenziario dell’alta sicurezza “AS2”.
A Maggio, la difesa aveva avanzato la richiesta di trasferimento presso il carcere di Milano o di Roma. L’avvocato aveva chiesto una collocazione in un circuito detentivo di livello inferiore, da “alta sicurezza” a “media sicurezza”.
A giugno scorso il DAP, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha rigettato le richieste e ha assegnato Battisti al più disagevole carcere di Rossano.
Il trasferimento non è ancora avvenuto causa misure per l’emergenza sanitaria in corso.
Cesare Battisti ha ammesso le proprie responsabilità per i crimini imputatigli. Si dichiara infatti colpevole di tutti i reati e chiede scusa ai familiari delle vittime. Anche l’ex presidente del Brasile, Lula, ha chiesto scusa ai familiari delle vittime sostenendo di aver sbagliato nel dare asilo politico a Battisti.