Coltivatori scendono in strada con i trattori per denunciare gli impatti devastanti delle norme europee, i crescenti costi del carburante e gli oneri finanziari
Dalla Germania alla Francia, il malcontento dei coltivatori si diffonde anche in Calabria, con la promessa di una crescente mobilitazione in tutto il Paese nei prossimi giorni.
Gli agricoltori calabresi stanno attualmente marciando da Crotone a Lamezia fino a Castrovillari, esprimendo il loro dissenso nei confronti delle regole europee, dell’incremento del costo del gasolio e dei rincari degli interessi sui mutui agricoli. Il percorso del corteo attraverserà la Statale 106 ionica, dirigendosi prima verso sud e poi nuovamente verso nord.
Il capogruppo del Partito Democratico (Pd) in Consiglio regionale, Mimmo Bevacqua, ha espresso la sua vicinanza e solidarietà ai lavoratori del settore agricolo calabrese, che attualmente stanno protestando in tutta la regione. Bevacqua ha evidenziato che il malessere riscontrato è il risultato di una gestione inadeguata a livello nazionale e locale, trascurando le necessità degli agricoltori, già messi a dura prova dalla pandemia, conflitti e crisi economica. La situazione è aggravata dall’aumento sproporzionato dei costi di gestione delle imprese, in particolare per carburanti e materie prime, e dalle sfide aggiuntive come gli attacchi dei cinghiali e i danni legati ai cambiamenti climatici, subiti dai produttori vitivinicoli.
Ha sottolineato l’urgenza di rispondere alle richieste degli agricoltori e ha chiesto al governo regionale di intraprendere azioni concrete. Ha evidenziato la necessità di una programmazione rinnovata, frutto di un dialogo con i lavoratori e i loro rappresentanti, affrontando anche le segnalazioni di lentezza degli uffici e presunti episodi di corruzione.
Le motivazioni alla base della protesta includono le norme comunitarie sull’etichettatura dettagliata dei prodotti, l’aumento dei costi del gasolio, la gestione dei consorzi di bonifica e l’incremento degli interessi bancari.
Nonostante la crescente mobilitazione, gli agricoltori calabresi non intendono fermarsi. Il Movimento Territorio e Agricoltura, che comprende produttori e allevatori di Calabria, Sicilia, Puglia e Molise, sta organizzando presidi per rivendicare i diritti del settore. Gli agricoltori sostengono che il comparto agricolo sta morendo a causa del mancato sostegno da parte di enti e istituzioni locali e nazionali. La manifestazione è annunciata come una protesta a tempo indeterminato, con minacce di blocco di aree strategiche lungo l’A2 del Mediterraneo.