«Il 16 ottobre di 13 anni fa, 5 colpi di pistola misero fine alla vita di Francesco Fortugno. Ricordo bene quel giorno, la sensazione di sgomento che provai nell’apprendere la notizia: la tragica platealità di quel gesto, il significato simbolico che assunse l’uccisione di Fortugno, i retroscena politici che emersero negli anni successivi al delitto sono tutt’ora fortemente impressi nella mia memoria». Lo scrive Arturo Bova, Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria, sul suo profilo Facebook ufficiale, in un post pubblicato al termine della manifestazione con cui, stamani a Locri, è stato ricordato l’omicidio dell’allora vice-presidente del Consiglio regionale.
«E proprio per questo motivo, anche quest’anno, da Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta sentivo l’obbligo morale di essere qui, a Locri, per commemorare Fortugno e ciò di cui è diventato emblema. A distanza di anni abbiamo fatto passi avanti nella lotta alla criminalità, tra questi posso annoverare con fierezza l’approvazione del testo unico contro la ‘ndrangheta che porta la mia firma. Ma ancora c’è tanto da fare, soprattutto nella costruzione della cultura dell’antimafia», prosegue Bova.
«Oggi, qui a Locri, è intervenuta Valentina Vezzali – conclude il Presidente -. Già deputata ma soprattutto simbolo dell’Italia sportiva, quindi profonda conoscitrice di quei valori che lo sport sa insegnare. Lealtà, condivisione, sacrificio e passione sono validi principi anche per l’antimafia vera, quella che travalica i personalismi e le aspirazioni dei singoli, guardando invece ad un obiettivo comune e ben più alto. Ecco, credo che il messaggio che oggi sia più corretto mandare debba partire proprio dal concetto di lavoro di squadra, di sinergia, di comunità d’intenti: in un momento storico e politico in cui l’antimafia sembra quasi essere sparita dalle priorità di governo, solo lo sforzo congiunto di chi crede davvero che la cultura della legalità possa contribuire significativamente a liberarsi dal giogo mafioso, è in grado di restituire dignità al territorio».