Il ricordo di EMILIA ZINZI non può essere svilito e oltraggiato accostando il suo nome ad una mulattiera. Si proceda alla revoca dell’intitolazione della stradella che porta il Suo nome.
La cerimonia di scoprimento della lapide commemorativa di Emilia Zinzi, in programma quest’oggi, rappresenta sia un “atto dovuto” nei confronti della figura della professoressa a cui l’archivio storico è intitolato, sia un “atto tardivo” per il tempo che si è dovuto aspettare affinché ciò avvenisse.
L’occasione mi consente di rinverdire un antico e ormai noto intervento fatto dal sottoscritto in merito alla proposta formulata, nel 2015, alla commissione consiliare Servizi Demografici e all’Assessore al ramo, al fine di modificare l’attuale toponomastica stradale partendo dall’impellente necessità di revocare l’irrispettosa intitolazione della stradella secondaria, polverosa e dissestata, che si inerpica tra Viale dei Bizantini e Via D. M. Pistoia, che versa in uno stato di assoluta incuria da parte dell’amministrazione comunale e di dedicarle una strada principale o una piazza.
Nemmeno la riunione di giunta di martedì scorso, in cui si è proceduto a ben 11 intitolazioni, è stata sufficiente per evitare che la questione continuasse a rimanere nel “dimenticatoio”.
Si tratterebbe, è fuor di dubbio, di un ulteriore e “necessario” segno di riconoscenza e stima verso un’intellettuale raffinata, il cui impegno per la ricerca storica e le battaglie per la difesa di alcuni luoghi simbolo della Calabria ne hanno fatto una donna simbolo per la nostra città, un esempio per le future generazioni.