Condofuri, atti persecutori contro il vicino: divieto di dimora per un 79enne

carabinieri reggio calabria
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Un anziano di 79 anni, già sottoposto a misure cautelari per atti persecutori contro un vicino di casa, è stato smascherato grazie a una fototrappola installata dalla vittima

CONDOFURI (RC), 30 SET 2024 – I Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo hanno eseguito un’ordinanza che aggrava le misure cautelari nei confronti di un 79enne di Condofuri, accusato di atti persecutori nei confronti di un vicino di casa. L’anziano, già sottoposto al divieto di avvicinamento, ora non potrà risiedere nel comune di Condofuri.

Il caso ha avuto inizio nel 2021, quando un 36enne residente nello stesso comune ha denunciato agli inquirenti di essere vittima, insieme alla sua famiglia, di ripetute vessazioni da parte del 79enne. Il conflitto sarebbe nato per questioni legate all’utilizzo di una condotta idrica che attraversa il terreno della persona offesa. Secondo le accuse, l’anziano avrebbe più volte interrotto l’erogazione dell’acqua e, in alcune occasioni, sarebbe stato visto maneggiare un martello nei pressi della proprietà del vicino.

Nonostante il divieto di avvicinamento imposto nel novembre 2022, l’anziano avrebbe continuato con le sue condotte persecutorie, costringendo la vittima a chiedere un nuovo intervento delle autorità. A maggio 2024, l’uomo era già stato soggetto all’obbligo di presentarsi alle forze dell’ordine, ma anche questo provvedimento si è rivelato insufficiente a fermarlo.

L’elemento decisivo per la svolta nelle indagini è stata l’installazione di una fototrappola da parte della vittima. Tra maggio e settembre 2024, in quattro occasioni diverse, l’anziano è stato immortalato mentre reiterava le stesse azioni persecutorie. Le immagini, acquisite dai Carabinieri della stazione locale, hanno fornito un supporto chiave per la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, che ha richiesto una misura cautelare più severa.

Ora, oltre al divieto di dimora e di avvicinamento, l’uomo dovrà mantenere una distanza di almeno 200 metri dalla vittima e non potrà comunicare con lei in alcun modo.

Il procedimento è ancora in fase preliminare e, in attesa di una sentenza definitiva, vale il principio di presunzione d’innocenza.

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