Rossi e Oliverio a sostegno di Lucano: conferenza stampa in Cittadella (VIDEO)

CATANZARO, 27 OTT 2018 – Sono contento di ospitare oggi in Cittadella il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, al quale mi lega amicizia, esperienza e militanza politica, il sindaco di Riace Mimmo Lucano e don Massimo Biancalani, protagonisti di un’esperienza d’integrazione che si sta tentato in tutti modi di soffocare”. Con queste parole il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ha aperto l’incontro con i giornalisti, coordinata da Filippo Veltri, durante il quale i massimi rappresentanti di due regioni: Calabria e Toscana, il sindaco di un piccolo Comune calabrese (Riace) e un parroco di Vicofaro (Pistoia) hanno raccontato di pratiche di accoglienza e integrazione.

Il presidente Oliverio ha poi dichiarato che “si sta valutando la possibilità di sostenere la legge 18” e ha ricordato inoltre che la Calabria è al terzo posto in quanto a progetti Sprar: su 35 mila in Italia oltre 3 mila sono gli immigrati ospitati in Calabria e distribuiti in 130 piccoli comuni. “Chiuderli – ha denunciato con forza Oliverio – sarebbe lucida follia.  E questa giornata è, invece, un’occasione importante, l’inizio di un percorso insieme che deve seguire una bussola chiara, da far partire dal basso”.

Mimmo Lucano, dopo aver ripercorso le fasi della sua esperienza “nata spontaneamente, portata dal vento nel 1998 – ha detto – e soggetta ad aggressioni continue iniziate da prima che ci fosse in carica questo Governo nazionale. Aggressioni – ha specificato –  che riguardano anche le Ong e chi è impegnato in soccorsi umanitari”. Ringrazio tutti voi – ha rimarcato – perché rappresentate un popolo che non si vuole arrendere, quel popolo che ha manifestato a Riace da tutt’Italia al momento del mio arresto”.

Lucano ha poi espresso la necessità di finanziare, anche con fondi europei, la Legge regionale 18 del 2009 “che di fatto mette in pratica – ha evidenziato –  quello che a Riace è nato in modo spontaneo”.  “Oggi – ha concluso Mimmo Lucano – è una giornata davvero importante perché due Regioni, Calabria e Toscana, possono davvero aprire un orizzonte nuovo che porti verso una civiltà che mette al centro le persone, il rispetto della dignità e dei diritti umani”.

“Sono emozionato e commosso a sentire ancora una volta le parole di Mimmo Lucano e ringrazio il presidente Oliverio per avermi dato questa opportunità”. Ha esordito così don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro (Pistoia), che ha poi raccontato la sua storia di accoglienza, nata nel 2015 in seguito all’appello di Papa Francesco che chiedeva di ospitare nelle parrocchie una famiglia di immigrati, e poi finita, a causa di una foto con dei bambini immigrati che nuotavano in piscina, in guai non solo con la Questura ma anche con la Chiesa e con la destra religiosa. “Sono un prete semplice – ha dichiarato don Massimo –  non ho mai pensato di dover raccontare pubblicamente il mio impegno nel sociale messo in atto anche con la comunità locale dei rom e con i senza fissa dimora. Ho sempre considerato le persone non clandestini ma portatori di diritti. Ed è da quando ho deciso di andare in questura a batteri i pugni ho cominciato ad essere preso di mira. La banalità della foto in piscina di un gruppo di ragazzini è passata come provocazione, andava a interrompere un luogo comune del migrante sporco e cattivo. Hanno tentato di togliermi la patente e l’insegnamento. Ho avuto anche un avviso di garanzia. Vogliono fa passare nel paese una narrazione alternativa all’accoglienza” 

“Sento anch’io una possibilità di ripartenza che può venire da queste due esperienze diverse, di due presidenti di Regione che vivono gli stessi problemi e si ritrovano per dare un contributo che ci faccia risalire la china bloccando la messa all’indice  di fatti che hanno aperto le porte ad una posizione razzistica, sempre più incrementata mettendo in circolo l’idea che si possa essere invasi da persone che invece danno un contributo importante alla crescita del Paese”.

Queste le parole del Presidente Enrico Rossi, convinto del fatto che “tutto è iniziato con la messa al bando delle Ong” e quando “sulla gestione dell’immigrazione la responsabilità è stata affidata alle Prefetture escludendo gli Enti locali”. “Mi ha incuriosito l’esperienza di Riace perché – ha sostenuto Rossi – anche noi abbiamo bisogno di rivitalizzare borghi ormai quasi spopolati. Ora, Calabria e Toscana, si scambino le esperienze.