Carcere Caridi di Catanzaro: denunce di Paravati e Poli, contestazioni alla gestione e richieste di revoca delle misure cautelari, emergenza Covid e scoperte di irregolarità sotto indagine
La gestione controversa del carcere di Catanzaro, Caridi, è stata al centro di un dibattito intenso durante l’udienza davanti ai giudici del Riesame. Gli avvocati difensori di Angela Paravati, ex direttrice del carcere, e Simona Poli, ex comandante del reparto di Polizia Penitenziaria, hanno sollevato un paradosso significativo: entrambe le loro clienti avevano segnalato alle autorità competenti una serie di irregolarità, finendo poi loro stesse coinvolte nella stessa inchiesta.
Durante l’udienza, la Procura ha depositato una serie di atti, tra cui un verbale contenente le dichiarazioni di un ufficiale della polizia penitenziaria. Dall’altra parte, il collegio difensivo ha presentato le denunce precedentemente fatte sia dalla Paravati che dall’ex comandante Poli, che avevano segnalato il comportamento scorretto di alcune persone coinvolte nell’inchiesta.
È stato evidenziato come proprio grazie alle attività di controllo in carcere fossero stati scoperti cellulari e sostanze stupefacenti, sottolineando così l’importanza di un’adeguata vigilanza all’interno dell’istituto penitenziario. Inoltre, è stata messa in discussione la gestione dell’emergenza Covid all’interno del carcere di Caridi.
Gli avvocati difensori hanno quindi richiesto l’annullamento delle misure cautelari adottate nei confronti della Paravati e della Poli. Ora si attende la decisione dei giudici, che potrebbe essere emessa già entro la giornata odierna. La vicenda mette in luce le complessità e le criticità della gestione carceraria, evidenziando l’importanza di un’indagine approfondita e imparziale per garantire la giustizia e il rispetto dei diritti all’interno del sistema penitenziario.
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